da Il Gazzettino di Treviso
Un forte botto. Qualche cosa di simile a un detonazione. Quanto bastava, ieri sera, per seminare il panico tra gli abitanti delle propaggini vittoriesi aperte al Fadalto. Erano circa le 19 quando il boato è stato avvertito. E non era la prima volta, visto che qualcosa di simile era avvenuto una decina di giorni fa. Qualcuno ha pensato a una violenta scossa di terremoto. E si è attaccato al telefono chiamando il centralino dei vigili del fuoco. Voci allarmate, che raccontavano l’accaduto. C’è stato chi ha riferito di aver sentito tremare la casa. Le comunicazioni venivano dalle vie Gaviol, Banche e Fadalto Alto. I pompieri sono subito partiti per una ricognizione in zona. Il fenomeno si è ripetuto anche alla presenza dei pompieri. Difficile dare una spiegazione.
Qualcuno ha messo in relazione al fatto le scosse sismiche avvertite a Caneva (alle 16.58 di ieri: 1,9 scala Richter), nel Pordenonese, e a Trichiana (alle 14.14: 1.6 Richter), nel Bellunese. Le due scosse, quasi impercettibili - secondo gli esperti - potrebbero aver causato un movimento della faglia locale. Ciò determina spesso rumori simili a sordi boati.
da La Tribuna di Treviso
Boati del Fadalto: «Le falde che si riassestano»
Il geologo Della Libera sul rischio terremoto: si mettano a norma ospedale e scuole
VITTORIO VENETO. Le falde freatiche della Val Lapisina, il serbatoio d'acqua della Marca, sono gonfie e cercano nuovi sfoghi. I boati avvertiti nei giorni scorsi in valle potrebbero essere stati provocati da questi assestamenti. L'ipotesi è emersa in un convegno, l'altra sera, presso la sede della Comunità montana a Vittorio. Antonio Della Libera, il più accreditato geologo del Vittoriese, già sindaco, che teneva la relazione, ha detto che il problema delle falde a Nord di Vittorio Veneto «è delicato, complesso e merita interventi rapidi». Una quindicina di case sono andate sott'acqua, nelle settimane scorse, per l'innalzamento dei corsi d'acqua sotterranei. Due le falde principali che attraversano la valle. La più importante scende verso Serravalle, a 30 metri di profondità, sale a San Giacomo fino a 18 e finisce nel Piave. La seconda falda raccoglie le acque del sistema carsico del Col Visentin e delle montagne verso Revine e Cison ed è quella che dà più problemi. Il torrente Piaveson di Revine, quasi sempre all'asciutto, è ritornato in piena attività. «Realizzeremo una condotta ai piedi del Visentin - fa sapere l'assessore alle opere pubbliche, Bruno Fasan - per raccogliere le acque e portarle nel Meschio, verso valle, evitando in questo modo che riempiano di nuovo le case». Nel convegno dell'altra sera Della Libera ha affrontato anche la problematica dei terremoti. «Escludo - ha precisato - che quei boati scaturiscano da sommovimenti tellurici. E' pur vero che in mille anni l'area ha registrato 54 terremoti, l'ultimo, davvero disastroso, nel 1936. Si tratta di una media di 5 ogni 100 anni. Occorre intervenire per mettere in sicurezza gli immobili, a cominciare da quelli pubblici». In città sono fuori norma (anti-sismica) la maggior parte delle scuole, il municipio, lo stesso ospedale di Costa. Ma l'area più a rischio sarebbe quella di Ceneda.
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