lunedì 16 aprile 2012

Boati in Fadalto - agg63

Un nuovo articolo ed un nuovo episodio di boati in Fadalto...
fonte: La Tribuna di Treviso - 13 aprile 2012
Un’altra notte di boati in Fadalto
Scossa di terremoto in Alpago, la terra trema anche nel Vittoriese, per qualche ora torna la paura

VITTORIO VENETO. Un terremoto in Alpago ha risvegliato i boati e la paura in Fadalto. Mercoledì sera diversi residenti della Val Lapisina hanno udito un frastuono accompagnato da vibrazioni. Questa volta, all’ora segnalata dai residenti della valle, poco distante si verificava un terremoto. A registrare scientificamente il tutto i sismografi dell’Istituto oceanografico di Trieste: erano le 20 e 50 di mercoledì quando si è verificata una scossa di magnitudo 1,3 richter sei chilometri a sud ovest di Farra d’Alpago. L’epicentro è poco distante dal borgo fadaltino delle Caloniche, a 10 chilometri di profondità. Gli abitanti della vallata hanno sentito che qualcosa non andava: «Ero al telefono con mia cognata, quando una vibrazione ha interrotto i nostri discorsi, tutto è durato appena un istante. Ho subito ripensato ai boati ma speravo di essermi sbagliata – ha raccontato il giorno dopo un’abitante di Fadalto Basso - Non è l’unico terremoto che si è verificato nelle scorse settimane, speriamo che non succeda niente». L’ultimo terremoto nella fascia prealpina trevigiana è stato appena il 24 marzo scorso, 2,7 gradi di magnitudo a poca distanza da Revine. Tutta la dorsale prealpina trevigiana è una zona ad alto rischio sismico. «Mia moglie era al telefonino con le cuffie eppure ha sentito distintamente il rumore. Tra l’altro a noi sembra di aver percepito chiaramente un altro boato domenica notte, poco prima della mezzanotte» ha testimoniato un altro abitante di Fadalto. Le ricerche dell’Ogs triestino e del centro di ricerche sismologiche di Udine hanno spiegato il fenomeno dei boati lapisini come movimenti dell’acqua di falda nelle viscere carsiche della vallata. In quest’ultimo caso c’era probabilmente di mezzo la piccola scossa tellurica nella conca dell’Alpago.

mercoledì 4 aprile 2012

Trasloco

A breve mi trasferirò da Cornuda in un paese limitrofo Crocetta del Montello, località Nogarè.
Durante il periodo di trasloco, l'attività radio e le altre attività di ricerca nonchè l'aggiornamento del blog subiranno un importante rallentamento anche per il trasferimento fisico delle apparecchiature.
A risentirci presto con gli aggiornamenti sulla nuova sistemazione.

Nuovo nominativo Rete Radio Montana - stazione fissa


A causa dell'imminente trasloco della mia residenza la mia stazione fissa ha cambiato nominativo. Il nuovo nominativo è RRM 026 CROCETTA MONTELLO FISSA (ex RRM 026 CORNUDA FISSA). A presto in radio..

domenica 1 aprile 2012

Boati in Fadalto - agg62

Aveva certo raccolto l'attenzione dell'opinione pubblica, di enti ed istituzioni il fenomeno dei boati percepiti nella zona del Fadalto a partire dal gennaio 2011, ben più di un anno fa.
La situazione è stata monitorata ed attentamente studiata, ma con il calare degli eventi è diminuita anche l'attenzione da parte dell'opinione pubblica.
In realtà la questione non si può dire conclusa in primo luogo perchè non è mai emersa una causa ed una chiara spiegazione a questo tipo di fenomeno.
In secondo luogo perchè il fenomeno continua a manifestarsi anche se in forma più lieve sia per numero che per intensità dei boati.
Di seguito si riportano alcuni aggiornamenti recenti sulla questione dei Boati in Fadalto.

>> Fonte: Corriere delle Alpi - 24 gennaio 2012
Tornano i boati in Fadalto «Colpa delle piogge autunnali»
I cosiddetti “colpi d’ariete” sono stati registrati dal Centro di ricerche sismiche di Udine L’esperto: «Negli ultimi tempi sono stati numerosi e più intensi, ma non c’è da preoccuparsi»
FARRA D'ALPAGO - Rieccoli, i boati del Fadalto. Nessuno li ha catturati, le stazioni del Centro di ricerche sismiche di Udine sì. Sono avvenuti nei giorni scorsi, a seguito delle piogge abbondanti dell’autunno, ancorché meno pesanti, dal punto di vista delle conseguenze. I colpi d’ariete, come sono stati definiti, si sono materializzati a circa due mesi di distanza, esattamente come un anno fa. Ciò significa che nelle viscere del Fadalto e della Val Lapisina si raccoglie anche l’acqua caduta in provincia di Belluno e soprattutto quella derivante dallo scioglimento delle nevi, che peraltro sono state davvero scarse.
Così, comunque, è avvenuto e in queste ore Gianluigi Bragato, tecnico del “Crs” di Udine, sta tirando le prime conclusioni scientifiche: «I boati, per la verità, sono continuati per tutto l’anno scorso, ma gli ultimi avvertiti dalla popolazione risalgono al mese di maggio 2011. Poi ne sono succeduti in estate e in autunno, ma rari e di minima intensità, rilevati soltanto dai nostri strumenti che, in parte, abbiamo ancora sul posto».
Le reazioni dei giorni scorsi, invece, sono state per intensità e numerosità diverse da quelle precedenti. Gli apparecchi le hanno catturate in misura ben distinta e, guarda caso, fanno seguito alle precipitazioni di due mesi prima. «Come abbiamo detto a suo tempo, non c’è di che preoccuparsi», mette subito le mani avanti Bragato. «Ovvero escludiamo, tanto per essere precisi, scosse di terremoto, nonostante che l’area sia di seconda categoria sismica. Ma è evidente la necessità di proseguire con le analisi, gli approfondimenti».
Il sito interessato dal fenomeno è sempre quello del Fadalto, o meglio delle sue viscere, a più di mezzo chilometro sotto terra. «La zona in cui avvengono questi microsismi è carsica: è piena di “buchi”. I rumori che si sentono, e le scosse che seguono, potrebbero essere causate da microfratture agevolate dalla presenza dell’acqua, o da movimenti di piccole faglie lubrificate dalle precipitazioni, o dai cosiddetti colpi d’ariete: sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione. Sappiamo per certo che esiste una correlazione tra la quantità di pioggia e il verificarsi dei microsismi».
La Protezione civile del Vittoriese, in accordo con quella dell’Alpago, sta intanto preparando un programma di esercitazioni, che si svolgeranno in primavera e che riguarderanno la preparazione ad eventi come il terremoto o come le esondazioni d’acqua.


>> Fonte: Il giornale della Protezione Civile - 24 gennaio 2012


Ancora boati nel Fadalto dopo le piogge autunnali

Bragato (CRS Udine): "Necessario proseguire con analisi e approfondimenti"

Dopo mesi di silenzio, nel Fadalto sono ricominciati i boati, registrati nei giorni scorsi dagli strumenti del Centro di ricerche sismiche di Udine. La colpa, secondo quanto riferisce un articolo pubblicato sul Corriere delle Alpi, è da imputare alle abbondanti piogge autunnali e alle acque che si raccolgono nelle viscere del Fadalto e della Val Lapisina: proprio come un anno fa, a due mesi di distanza dalle piogge riecco i boati.
Boati che in realtà, come ha spiegato Pierluigi Bragato, tecnico del Crs di Udine, "sono continuati per tutto l'anno scorso", anche se gli ultimi avvertiti dalla popolazione risalgono a maggio 2011.
Quella del Fadalto è una zona carsica: "I rumori che si sentono" - ha aggiunto Bragato - "potrebbero essere causati da microfratture agevolate dalla presenza dell'acqua o da movimenti di piccole faglie lubrificate dalle precipitazioni. O ancora, dai cosiddetti 'colpi d'ariete', ossia sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione".
"Non c'è da preoccuparsi" - ha concluso Bragato - "Escludiamo, tanto per essere precisi, scosse di terremoto, nonostante l'area sia di seconda categoria sismica. Ma è evidente la necessità di proseguire con analisi e approfondimenti".
Intanto, per preparasi al meglio ad eventuali terremoti o esondazioni d'acqua, la Protezione Civile locale sta preparando un programma di esercitazioni che si svolgeranno in primavera.


>> Preciso che l'esercitazione prevista per la primavera di quest'anno è stata rinviata al periodo autunnale per problemi logistici ed organizzativi.

>> Fonte: Corriere delle Alpi - 25 marzo 2012
Fadalto, la montagna trema ancora Paura ieri mattina Avvertita una scossa di terremoto di magnitudo 2.7 intorno alle 5.26 nelle vicinanze del Pian de le Femene


BELLUNO. Altre scosse di terremoto in provincia di Belluno. Ancora presa di mira l’area intorno al Fadalto.

L’epicentro è stato individuato a 8 chilometri e 240 metri di profondità, non esattamente sotto Revine, ma a 5 chilometri a nord, quindi nelle viscere della montagna, quella del Pian de le femene.
Erano le 5.26 di ieri quando una scossa di terremoto ha gettato dal letto coloro che dormivano ai piani alti, dal terzo in su.
Il Centro ricerche sismiche di Udine ha calcolato una magnitudine di 2.7 gradi, quasi analoga a quella recente avvertita a Fregona e in Cansiglio.
«Si è trattato di un fenomeno tellurico abitale per la zona, che, come è noto, è considerata di seconda categoria sismica – tranquillizza Gianluigi Bragato, del Crs di Udine, che conosce la zona come le sue tasche, seguendola quasi tutti i giorni fin dai tempi dei boati in Fadalto - La magnitudo, tra l’altro, è così bassa che difficilmente se ne ha percezione, se non sul piano strumentale».
Secondo l’esperienza scientifica maturata anche da Bragato, «la situazione comincia ad essere diversa dai 3 gradi in su, con i botti che si fanno sentire in misura tale da impensierire». Ma solo a ridosso dei 5 gradi matura il rischio di danni.
La paura maggiore l’hanno avuta i residenti di Revine, tanto che il sindaco, Battista Zardet, appena informato dai concittadini che erano stati gettati dal letto dallo strano rumore, ha messo in movimento il suo vice e la Protezione civile.
I volontari hanno visitato borgo dopo borgo, svolgendo una ricognizione puntuale sulle case, soprattutto a quelle vecchie, con i cornicioni a volte precari. «Ma, fortunatamente – è il resoconto del sindaco – non è stato individuato nessun danno. Non è caduta nessuna tegola, tanto meno nessun camino». Questo, infatti, era il timore degli amministratori di Revine.
Da quando, un anno fa, è esploso in al Lapisina il fenomeno dei boati, l’area è stata sottoposta alla massima vigilanza, con una decina di stazioni di rilevamento.
Alcune, nel frattempo, sono state disattivate, ma quelle rimaste consentono alla Protezione civile un controllo del territorio che è fra i più puntuali del Veneto.
E proprio a seguito della vicenda dei boati, i pubblici amministratori si sono posti il problema di garantire l’antisismicità anche alle opere pubbliche che ancora non ce l’hanno.
Qualche mese fa un’altra scossa era stata avvertita ancora in provincia di Belluno e ancora nell’area del Fadalto. Il timore ora è che non riprendano i boati come l’anno scorso.