Nell'estate 2010 durante le vacanze nell'isola di Creta avevo potuto vedere dal vivo due grandi antenne paraboliche di cui non avevo notizia e informazione (link).
Solo al rientro grazie ad alcune ricerche in internet avevo avuto modo di scoprire che la stazione faceva parte di un link strategico per le radiocomunicazioni nell’ambito Nato, denominato ACE-HIGH Network, che collegava tra di loro e con i centri decisionali e di comando, tutti i Radar Remoti posti sui confini est dell’Alleanza Atlantica.
Di questa rete facevano parte anche alcune stazioni presenti sul territorio italiano tra cui anche quella del Monte Giogo, particolarmente affascinante dal punto di vista tecnico ma anche per la sua collocazione geografica.
Su input del Gruppo Microonde Scatter Monte del Giogo di Parma, l’ARI Associazione Radioamatori Italiani ha ottenuto dall'Agenzia del Demanio la gestione dell’ex base Troposcatter NATO “Livorno”, posta sul Monte Giogo, sito nelle immediate vicinanze del passo del Lagastrello nel comune di Comano (MS) - locatore JN54BH.
Vista aerea dell'ex base Troposcatter
NATO “Livorno”, posta sul Monte Giogo
La rete ha subito nel corso degli anni varie modifiche: la più importante fu dovuta all’uscita della Nato della Francia con la conseguente chiusura di questo braccio. Si dovette creare un nuovo braccio (Alternate Route): questo passava dal Monte Giogo che con un link in microonde (4,9 GHz) si collegava con la stazione di Cavriana (tra Mantova e Verona) la quale sdoppiava la comunicazione da un lato verso nord, sempre in microonde verso la stazione Troposcatter IDGZ posta sul Dosso dei Galli (Passo Maniva, BS) e dall’altro in Troposcatter verso la stazione veneta di Lame (Portogruaro), la quale con un link a microonde collegava l’aeroporto di Aviano. Il braccio nord, dalla stazione del Dosso dei Galli, proseguiva poi, saltando la neutrale svizzera, verso la stazione tedesca di Feldberg, nel sud-ovest della Germania.
La rete iniziava a nord con la stazione di Hoggumpen (Senia Tail) nell’estremo nord della Norvegia e si estendeva a sud fino alla stazione di Mardin, nella Turchia sud-orientale. Il Network toccava Norvegia, Danimarca, Olanda, Germania, Inghilterra, Faeroe, Francia, Italia, Gecia e Turchia, nonché le isole mediterranee di Malta, Creta, Cipro e Cefalonia. L’estensione totale sfiorava i 4000 Km e la stazione terminale delle isole Faroe collegava il network NATO con le reti troposcatter “North Warning” estese dalle stesse Faroe alla Groenlandia (rete NARS, North Atlantic Radio System), dalla Groenlandia al Canada Nord Orientale (rete DEW line, Distant Early Warnig Line) e dal Canada orientale a quello occidentale all’Alaska ( WACS, Withe Alice Comunications System). Queste reti, tra di loro interconnesse, costituivano il principale sistema “Early Warning” (Allarme Immediato) di difesa occidentale, abbinato ai radar remoti, con il compito di individuare e avvisare in tempi brevissimi i centri decisionali di eventuali azioni aggressive contro i confini est dell’Alleanza.
La rete NATO fu progettata nel 1956 e entrò in funzione a cavaliere del 1960: operava nelle gamme 400-500 MHz e 680-970 MHz. La gamma bassa era principalmente impiegata nei tratti di maggiore lunghezza e in particolare in quelli marini, dove più incidenti erano gli effetti di evanescenza. Le stazioni “Coda” (tratti brevi e fruitori) erano servite mediante tratte L.O.S. (Line of Sight) a 4,9 GHz.
La dorsale principale attua i suoi collegamenti mediante la tecnica “Troposcatter”, cioè sul principio dello “spargimento troposferico” che il fascio di onde elettromagnetiche subisce grazie alla presenza delle discontinuità dielettriche della Troposfera, fenomeno che consente la comunicazione tra siti posti oltre l’orizzonte elettromagnetico. Le possibilità di collegamento derivanti da questa tecnica di trasmissione (anche detta O/H, da Over-Horizon) varia su distanze comprese tra i 200 e i 700 Km a seconda delle caratteristiche degli impianti e delle frequenze impiegate. Essa è estremamente sicura in fatto di risultati, ma causa la modesta percentuale di segnale riflesso, quindi utile al collegamento, nonché ai sensibili effetti di fading a cui è sottoposto, necessita di potenze di trasmissione piuttosto elevate, antenne ad elevatissimo guadagno e sistemi dotati di elevata sensibilità.
Ogni stazione era composta di quattro parabole con un diametro di 10 o 20 metri, quelle da 20 metri avevano un guadagno di 43 db con una larghezza del fascio di 1°; su ogni parabola è installato un illuminatore alimentato da una guida d’onda per la trasmissione e da un cavo coassiale da 1 5/8 pollici per la ricezione.
Ogni braccio del link aveva un trasmettitore composto da un eccitatore a klystron da 1 KW che andava a pilotare un amplificatore lineare con potenza da 10 a 50 KW operante in F9, i ricevitori per ogni braccio erano 4 perché operava in quadrupla diversità; la sensibilità del ricevitore era di –105 dbm (circa 1μV); i primi a valvole successivamente sono stati sostituiti con altri allo stato solido.
Se pensiamo alla sensibilità complessiva del sistema, ossia i –105 dbm cui andiamo ad aggiungere ovviamente il guadagno della parabola 43 db la sensibilità totale viene ad essere di –148 dbm, valori per l’epoca estremamente elevati.
Le trasmissioni Troposcatter erano classe “Wideband” o “Broadband”, e presentavano una larghezza di banda media di circa 1 MHz, con una allocazione di circa 250 canali telefonici e 180 canali telegrafici. In questi sistemi sono stati impiegati i primi modem a 9,6 k, questo dimostra il grado di sofisticazione della struttura, considerati i tempi in cui operava.
La chiusura di questa rete è avvenuta nella prima metà degli anni ’90 (in Italia 94-95) fatta eccezione per la parte greca e turca che è stata mantenuta attiva ancora per alcuni anni.
Grazie all'amico Antonio Pagani IZ5006 SWL, tecnico nel campo delle telecomunicazioni, ecco alcune immagini della stazione del Monte Giogo, scattate qualche giorno fa, quando si è recato nell'ex base Troposcatter, per la manutenzione dei sistemi e ripetitori posizionati proprio all'interno dell'area.
La speranza ora è di poter avere l'occasione per salire sul Monte Giogo per poter visitare personalmente la struttura, magari proprio in compagnia dell'amico Antonio.
Alle prossime.
73 de Giorgio IU3IOU
Le cose più importanti di questa base non sono visibili agli occhi umani
RispondiEliminaCosa intendi? L'ho visitata un po' di giorni fa e anche io ho avuto l'impressione che ci sia qualcosa di più...
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