Recentemente avete letto alcune considerazioni in merito ai vari sistemi di
comunicazione digitale per
radioamatori (
link) quali
EchoLink,
DMR e
C4FM. In quella stessa occasione avevo chiesto all'amico
Giuseppe IW3HWT di
73 Radiocomunicazioni (
link) una sua opinione e se volesse condividere i suoi pensieri e le sue considerazioni su questi temi.
Dopo pochi giorni
Giuseppe IW3HWT mi ha inviato un documento corposo ricco di notizie e spunti di riflessione, che condivido con quei
radioamatori che si stiano avvicinando ai sistemi di
trasmissione digitale.
Qualche giorno fa Giorgio IU3IOU mi ha chiesto di dare alcune considerazioni su due sistemi digitali
che al momento vanno per la maggiore nel mondo radioamatoriale.
E’ cosa usuale , quando viene acquistato un apparato Vhf-Uhf, sia esso portatile o veicolare, chiedere al venditore se è anche digitale.
E da una così semplice domanda invece si ottiene una risposta che semplice non è, anzi un buon venditore dovrebbe rispondere con altre domande , in maniera di poter capire cosa realmente cerca il potenziale cliente, cercando di capire le strutture (ponti, hotspot, gateway) prossime all’utilizzatore e quindi dopo un attenta valutazione dei pro e dei contro, indirizzare l’acquisto verso uno o l’altro sistema.
Fortunatamente, noi utenti residenti nella pedemontana veneta godiamo di una certa “abbondanza” di stazioni ripetitrici in tutti modi digitali, alcune stand-alone, altre connesse in rete e quindi fruibili di tutte le potenzialità che un sistema può dare.
Facciamo una piccola carrellata, cercando di rimanere il più obiettivi possibile sui 3 sistemi più in voga al momento.
D-STAR
È il sistema proprietario di Icom. Il D‐STAR, acronimo di “Digital Smart Technologies for Amateur Radio” nasce da una ricerca del governo giapponese portata avanti dai radioamatori della JARL (The Japan Amateur Radio League) su come le emergenti tecnologie digitali potessero essere utilizzate con successo anche tra i radioamatori. Il risultato di questa ricerca iniziata nel 1999 viene alla luce nel 2001 con la pubblicazione delle specifiche del sistema. ICOM® è la prima casa costruttrice a decidere di utilizzare queste specifiche per lanciare sul mercato una linea di prodotti commerciali D‐STAR destinati ai radioamatori.
Fondamentalmente, l’utente si doveva registare , la programmmazione dell’apparato era suddivisa su:
indicativo dell’utente
porta d’ingresso del ponte (144, 430 o 1200)
porta di uscita del ponte (locale o gateway)
indirizzamento (normalmente chiamata di gruppo CQCQCQ)
All’inizio tutto poteva sembrare un poco macchinoso, ma una volta capita l’architettura del sistema ilprocedimento diventava abbastanza spedito e si riusciva a programmare l’apparato anche senza l’ausilio di un pc.
È il sistema proprietario di YAESU, il primo apparato veicolare vede la luce verso il 2012, la semplicità di questo sistema rispetto al DSTAR è disarmante: non serve registrazione alcuna, l’unico parametro che viene chiesto è l’inserimento del proprio callsign. L’architettura del sistema è molto semplice ed intuitiva e queste peculiarità fanno si che abbia un grande sviluppo in tutta la comunità radioamatoriale, successo avuto anche da una seconda generazione di apparati minimalisti che consentono con una modesta spesa l’avvicinamento al sistema.
Anche in questo caso la programmazione dell’apparato si riesce ad effettuarla senza l’ausilio di un pc.
Nasce nel 2005 come sistema per comunicazioni digitali destinato all'uso civile/professionale, è un protocollo pubblico e open del quale si fa subito promotore Motorola sviluppando e costruendogli attorno il suo sistema proprietario MOTOTRBO. Nel 2010 un gruppo di radioamatori americani, legati all'ambiente radio professionale, si riunisce per realizzare il primo network amatoriale DMR, il DMRMARC (Motorola Amateur Radio Club Worldwide Network): questo fù l’inizio del divulgarsi di questo nuovo sistema in tutto l’ambiente ham radio mondiale.
Occorre registrarsi su un sito (
https://register.ham-digital.org/) per ottenere un codice numerico (chiamato DMR-id) e quindi poter accedere a tutti i servizi di rete.
Per poter programmare le apparecchiature è indispensabile avere un pc e il software dedicato al modello di terminale che stiamo utilizzando.
Cosiderazioni personali
Mentre il C4FM e il D-STAR, sono protocolli proprietari destinati al pubblico radioamatoriale, il DMR è uno standard e quindi è possibile avere sul mercato diversi brand, con apparati di vario target economico e di conseguenza con funzionalità più o meno ridotte.
Una funzionalità che è prerogativa di brand solidi, destinati ad un utenza professionale è il roaming, ossia la capacità (automatica) di gestire i ponti ripetitori come fa un telefono cellulare, preferendo quindi il segnale migliore.
Essendo pensato per un utenza professionale, il radioamatore potrebbe trovarsi spaesato nel non trovare alcuni comandi come il vfo per esempio, e la necessità (salvo in alcuni casi dove l’apparato permette la modifica di alcuni parametri, come la frequenza e qualche altro parametro) di dover utilizzare un pc per una programmazione avanzata.
Personalmente ho sempre utilizzato apparati di un noto brand professionale, che paragonati con quelli di basso costo (che comunque hanno contribuito all’ espansione del bacino di utenza) hanno sempre dato degli ottimi risultati, sia in temini di ricostruzione del segnale audio anche con intensità di campo basse, che in termini di autonomia della batteria). Una nota folcloristica: nel mese di giugno 2018 abilitando la funzione roaming del mio ricetrasmettitore riuscivo a fare qso con un corrispondente della zona 3, mentre io partito da Torino,rientrando a casa agganciavo i vari ponti e quindi cambiando cella, senza interruzione. Avendo apparati con a bordo l’unità gps, possiamo avere anche una traccia e la posizione del terminale, il tutto sfruttando il server
aprs.fi.
Personalmente credo che prima di decidere quale modo digitale uno intenda utilizzare , sia molto importante fare una attenta analisi di alcuni parametri:
1) la struttura di rete esistente dove andrà ad operare la stazione
2) la capacità di programmazione dell’utente. E’ vero che esistono dei file preconfezionati dove “basta cambiare il nominativo” ma facendo così si perdono la flessibilità e la personalizzazione di un apparato, cuore di tutti i sistemi digitali.
3) il fattore economico: non crediamo di ottenere gli stessi risultati di un apparato professionale utilizzando un prodotto di fascia economica bassa.
Non mi resta che ringraziare
Giuseppe IW3HWT per la gentilezza e cortesia nell'aver dedicato tempo per rispondere ai miei quesiti e per la disponibilità a poter pubblicare e condividere le informazioni e le sue considerazioni sui diversi
sistemi di comunicazione e
trasmissione digitale., certamente una nuova frontiera e una nuova avventura per noi
radioamatori.
Alle prossime
73 de Giorgio IU3IOU