sabato 13 luglio 2019

Sito INGV e precursori sismici elettromagnetici

È on line il nuovo sito INGV (www.ingv.it) in versione beta con una nuova grafica e nuovi contenuti.


Particolare interesse riguarda la sezione dedicata a l'INGV e le sue reti.
Le Reti strumentali sono alla base del sistema progettato e sviluppato nel corso degli anni dall’INGV per studiare e comprendere l’evoluzione della Terra e le sue dinamiche. Queste infrastrutture, a carattere multidisciplinare, sono finalizzate al monitoraggio e alle osservazioni dei fenomeni e costituiscono  la principale risorsa della comunità scientifica INGV per la ricerca nell’ambito delle Geoscienze e per promuovere l’innovazione scientifica e tecnologica. I dati provenienti da tutte le Reti attualmente gestite dall’INGV rendono possibile il monitoraggio e la sorveglianza in tempo reale dell’attività sismica e vulcanica sull’intero territorio nazionale e nel Mediterraneo. E’ proprio il duplice compito di ricerca e sorveglianza a rendere unico il patrimonio infrastrutturale gestito da INGV, che persegue l’obiettivo di conoscere e capire i processi naturali e rispondere alla società con sempre maggior prontezza, chiarezza ed efficacia.
Testo tratto da  http://www.ingv.it/it/monitoraggio-e-infrastrutture-per-la-ricerca/reti-di-monitoraggio/l-ingv-e-le-sue-reti

Tra queste reti compare anche quella di misura di campi elettromagnetici ULF-ELF-VLF, particolarmente interessante per lo studio delle possibili anomalie collegate all'attività sismica.

Il rilevamento del campo elettromagnetico naturale all’interno della cavità magneto-ionosferica è di notevole rilevanza per un duplice motivo. Da una parte è alla base di studi per la miglior comprensione dei fenomeni relativi alla fisica della magnetosfera e della ionosfera, dall'altra è alla base delle ricerche di eventuali emissioni di segnali ULF-VLF provenienti dalle strutture interne della Terra.
Le frequenze dei segnali investigati vanno dalla regione più bassa dello spettro dove è attiva una rete di sensori magnetici per frequenze ULF e stazioni di rilevamento per segnali elettromagnetici fino a frequenze di 25 kHz. In questo range ricadono anche gli effetti di fulmini, spherics, whistler e tweeks, che costituiscono tipici esempi di emissioni elettromagnetiche innescate da impulsi di energia all’interno della cavità Terra-Ionosfera.
La nuova rete sperimentale Cassandra per il monitoraggio elettromagnetico in banda VLF si affianca alla rete IRON per il monitoraggio del gas radon in una campagna di studio sistematico e comparato dei precursori sismici che impiegherà anche algoritmi a rete neurale. La rete prevede 4 siti distribuiti lungo l’Appennino.
In esperimenti di laboratorio, su rocce portate alla rottura con compressione uniassiale, il monitoraggio dello spettro elettromagnetico a bassissima frequenza (ELF – VLF) ha evidenziato l’esistenza di emissioni elettromagnetiche impulsive associate alla microfratturazione necessaria all’enucleazione della frattura. Un analogo processo di emissione è stato riscontrato anche sui versanti di roccia calcarea immediatamente dopo l’abbattimento di fronti di cava: stavolta in condizioni di sforzo distensivo durante il processo di assestamento dei versanti. Queste esperienze sperimentali lasciano sperare la possibilità di individuare anche in natura delle emissioni elettromagnetiche a bassissima frequenza generate spontaneamente dal processo meccanico di preparazione del terremoto. In sostanza si tratterebbe di un precursore associato, come molti altri, alla dilatanza della roccia ma in questo caso si tratterebbe di una radiazione generata direttamente e sistematicamente dalla dilatanza.
Appare quindi promettente il monitoraggio continuo della radiazione elettromagnetica VLF come possibile precursore sismico. Tuttavia, come per ogni altro fenomeno precursore, non bisogna lasciarsi impressionare dal nome: allo stato attuale della ricerca non è ancora possibile un impiego operativo al fine della previsione. La migliore strategia è invece lo studio comparato del maggior numero possibile di potenziali precursori.
I segnali radio nella banda VLF hanno centinaia di chilometri di lunghezza d’onda. L’antenna attiva impiegata nella rete di monitoraggio è lunga solamente un metro e lavora come ricevitore di campo della sola componente campo elettrico. La banda di lavoro si estende da 20 Hz a 20 kHz, con una risposta uniforme nell’intervallo tra 1 e 13 kHz e sensibilità di 1μV. Il monitoraggio avviene in modo continuo alla frequenza di campionamento di 44100 Hz, che è la stessa usata nei CD musicali.
La banda di lavoro delle stazioni di monitoraggio VLF corrisponde a quella delle frequenze acustiche e il segnale elettromagnetico, convertito in segnale elettrico, viene analizzato attraverso spettrogrammi acustici o “sonogrammi”.
Testo tratto da http://www.ingv.it/it/monitoraggio-e-infrastrutture-per-la-ricerca/reti-di-monitoraggio/l-ingv-e-le-sue-reti/rete-di-monitoraggio-elettromagnetico-in-banda-ulf-elf-vlf 
Ancora una volta emerge il lavoro della scienza ufficiale, sul monitoraggio delle bande basse dello spettro radio, attività che molti radioamatori e appassionati, svolgono seppur in maniera amatoriale con vari sistemi e gruppi di ricerca.

Da sempre INGV lavora su questi studi sperimentali e multidisciplinari con sempre maggior attenzione al fine di studiare eventuali anomalie e correlazioni con i terremoti.
Speriamo che nel tempo possano emergere riscontri concreti e utili alla comprensione dei terremoti e, chissà, alla loro previsione.


73 de Giorgio IU3IOU

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Link ai post dedicati ai precursori sismici

3 commenti:

  1. Interessante, immagino che l'antenna sia una "whip antenna", stando a quanto si legge in giro questo tipo è sensibile solo al campo elettrico.
    Puoi dirmi se la lunghezza di un metro è il "fuori tutto" o solamente la parte "sensibile", chiedo questo perché ho letto che usano una lunghezza di pochi centimetri.
    73 de Pino, IV3GFN

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    1. Ciao Pino, la foto è presa dal sito INGV quindi non so darti le caratteristiche.
      73 de Giorgio IU3IOU

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