Aggiornamento dal Dipartimento Nazionale Protezione Civile del 23.01.2010
Nella seconda giornata ad Haiti, si è tenuto un nuovo briefing tra il Capo della Protezione Civile italiana Guido Bertolaso e le autorità locali, il Presidente René Préval e il primo ministro Jean-Max Bellerive.
Nel corso dell’incontro è stato anche tracciato un primo bilancio degli aiuti arrivati sinora dall’Italia: 154 tensostrutture con teli ombreggianti, 1.000 letti da campo, 2.000 lenzuola, 2.490 coperte e centinaia di kit da cucina, ma anche generatori, materiale elettrico, condizionatori d’aria. 8.000 i pasti di emergenza inviati dal nostro Paese e oltre 6 le tonnellate di snack ad alto apporto energetico. E ancora: 3.000 taniche, 30 cisterne e 3 unità di depurazione dell’acqua.
Dall’Italia anche un Posto medico avanzato completo di sala operatoria – attivo già dal 17 gennaio, e installato ad Haiti presso l'ospedale N.P.H. di Saint Damien – oltre che medicinali, kit di emergenza, attrezzature e arredi ospedalieri.
Tra le risorse umane: 22 unità di personale medico, 8 vigili del fuoco e 12 esperti per questa prima fase di ricognizione e coordinamento.
Il bilancio degli aiuti è ovviamente provvisorio. Già nei prossimi giorni è previsto l’invio di un altro ospedale da campo completo di sala operatoria e di numerosi mezzi da lavoro e trasporto, in particolare autoambulanze, camion ed escavatrici.
In questa prima fase l’Italia si concentrerà sulla gestione e sul coordinamento degli aiuti, ma - come ha anticipato Guido Bertolaso nel corso dell'incontro con René Préval - è allo studio la costruzione di una struttura pediatrica di riabilitazione motoria, per i bambini che in seguito al terremoto hanno subito interventi chirurgici invalidanti.
La delegazione italiana si è recata in sopralluogo nelle aree maggiormente colpite dal sisma: Léogan, Jacmel e Gressier, zona dell'epicentro.
Nel pomeriggio, il Capo della Protezione Civile italiana ha incontrato per un briefing rappresentanti dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA), ma anche Associazioni e ONG che operano sul territorio.
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