Terremoto in Garfagnana: aggiornamento della sequenza sismica
1 febbraio 2013
Oggi punto di situazione del Capo del Dipartimento con Regione, Prefettura ed Enti locali
A una settimana dal terremoto di magnitudo 4.8 che il 25 gennaio ha colpito l’area della Garfagnana, pubblichiamo un punto di situazione sulla sequenza sismica in corso, in base ai dati forniti dall'Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dall'Ufficio Rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile, alcuni approfondimenti su questi fenomeni e un quadro generale delle iniziative adottate da Regione, Prefetture ed Enti locali.
Dopo la scossa del 25 gennaio si è registrata una progressiva decrescita della sismicità, con una sequenza di eventi di magnitudo inferiore a 3.0 (generalmente non avvertiti dalla popolazione), distribuiti a nord est rispetto all’epicentro della scossa principale. Ieri, 31 gennaio, si è registrato un evento di magnitudo Ml 3.3 alle 00.42 a sud dell’epicentro della scossa del 25 gennaio, lungo l’allineamento nord est - sud ovest degli epicentri della sequenza.
L’informazione a Regioni ed Enti Locali. Con il comunicato trasmesso il 31 gennaio a seguito dell’evento delle ore 00.42 di Ml 3.3, l’Ingv ha segnalato al Dipartimento della protezione civile la possibilità che nelle ore successive si potessero registrare altre scosse nella parte sud occidentale della struttura sismogenetica responsabile della sequenza in atto, nel territorio del Comune di Castelnuovo di Garfagnana.
Il Dipartimento della Protezione Civile, secondo le procedure adottate da tempo per garantire un costante e puntuale flusso di informazione alle istituzioni territoriali, ha trasmesso il comunicato dell’Ingv alle Regioni Toscana ed Emilia Romagna per la successiva diramazione a livello locale.
Dopo aver ricevuto un comunicato di aggiornamento, il Dipartimento ha richiesto ulteriori approfondimenti all’Ingv sull’evoluzione della sequenza, per mettere a disposizione delle autorità locali ogni elemento utile ad una corretta informazione alla popolazione e all’eventuale adozione di adeguate misure di prevenzione.
Nella nottata di oggi, 1° febbraio, l’Ingv ha trasmesso al Dipartimento un ulteriore comunicato nel quale si chiarisce che la valutazione scientifica dell’andamento della sequenza non può essere intesa come una previsione, perché allo stato attuale delle conoscenze non è possibile prevedere i terremoti, né l’evoluzione della sequenza. Nel comunicato, inoltre, l’Ingv ricorda che la Garfagnana e la Lunigiana sono zone ad elevata pericolosità sismica.
Le iniziative adottate. I Sindaci della Garfagnana, in raccordo con la Regione, la Prefettura e la Provincia di Lucca, hanno attivato i propri piani di emergenza e i centri operativi comunali e intercomunali, hanno allestito le strutture per fornire assistenza alla popolazione e hanno garantito l’informazione ai cittadini, anche attraverso media locali e social network. In particolare, hanno consigliato alla popolazione di uscire dalle proprie abitazioni per raggiungere le aree sicure previste dai piani. Migliaia di persone sono scese in strada e hanno trascorso la notte fuori dalle proprie abitazioni. La Regione Toscana ha attivato la colonna mobile regionale per fornire ai Comuni tutto il supporto necessario in termini di logistica e di assistenza, con l’ausilio del volontariato di protezione civile. Per la giornata di oggi, 1° febbraio, i Sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole ed è attualmente in corso una riunione presso il Centro operativo intercomunale Garfagnana. Nel primo pomeriggio il Capo del Dipartimento della Protezione Civile raggiungerà Castelnuovo di Garfagnana per fare un nuovo punto di situazione con le istituzioni territoriali e le locali strutture operative di protezione civile, dopo l’incontro dello scorso 30 gennaio.
La prevenzione del rischio sismico. La mappa di pericolosità sismica del nostro Paese (opcm 3519/2006) indica che l’area della Garfagnana presenta un’elevata pericolosità e i Comuni interessati dalla sequenza in corso sono classificati in zona sismica 2 e 3. Si tratta di territori in cui devono essere applicate specifiche norme per le costruzioni. La mappa di pericolosità e la classificazione sismica indicano quali sono le aree del nostro Paese interessate da un'elevata sismicità, e quindi dove è più probabile che si verifichi un terremoto di forte intensità, ma non possono stabilirne con esattezza né il momento né il luogo. Ad oggi, infatti, non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza per prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà un terremoto, né, tanto meno la sua magnitudo. In Italia la rete sismica nazionale registra più di 10.000 terremoti ogni anno, mediamente trenta al giorno, che non è possibile prevedere. Lo studio delle sequenze sismiche non consente di fare ipotesi sulla possibilità che si verifichi o meno una scossa molto più forte, che possa produrre seri danni e crolli. La mappa di pericolosità sismica è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l'unico modo per ridurne le conseguenze immediate. Per questo è importante essere consapevoli del livello di pericolo del territorio e informarsi su come sono costruiti gli edifici in cui viviamo, studiamo e lavoriamo, e sulla loro conseguente vulnerabilità sismica e, per quanto possibile, adoperarsi per effettuare interventi di rafforzamento sismico.
La sequenza sismica in Garfagnana. Complessivamente, dal 25 gennaio, dopo l’evento di Ml 4.8, sono 272 le scosse registrate nel territorio della Garfagnana tra le Province di Lucca e Modena dalla rete di monitoraggio dell’Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In particolare, una scossa ha avuto magnitudo superiore a 3.0 (31 gennaio, Ml3.3), 42 hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 3.0, mentre 230 hanno avuto magnitudo inferiore a 2.0. Tutti i dati sulla sequenza sono pubblicati sul sito www.ingv.it.
Immagine: Mappa della sequenza epicentrale dal 25 gennaio al 1° febbraio
Fonte dell'immagine: Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Dopo la scossa del 25 gennaio si è registrata una progressiva decrescita della sismicità, con una sequenza di eventi di magnitudo inferiore a 3.0 (generalmente non avvertiti dalla popolazione), distribuiti a nord est rispetto all’epicentro della scossa principale. Ieri, 31 gennaio, si è registrato un evento di magnitudo Ml 3.3 alle 00.42 a sud dell’epicentro della scossa del 25 gennaio, lungo l’allineamento nord est - sud ovest degli epicentri della sequenza.
L’informazione a Regioni ed Enti Locali. Con il comunicato trasmesso il 31 gennaio a seguito dell’evento delle ore 00.42 di Ml 3.3, l’Ingv ha segnalato al Dipartimento della protezione civile la possibilità che nelle ore successive si potessero registrare altre scosse nella parte sud occidentale della struttura sismogenetica responsabile della sequenza in atto, nel territorio del Comune di Castelnuovo di Garfagnana.
Il Dipartimento della Protezione Civile, secondo le procedure adottate da tempo per garantire un costante e puntuale flusso di informazione alle istituzioni territoriali, ha trasmesso il comunicato dell’Ingv alle Regioni Toscana ed Emilia Romagna per la successiva diramazione a livello locale.
Dopo aver ricevuto un comunicato di aggiornamento, il Dipartimento ha richiesto ulteriori approfondimenti all’Ingv sull’evoluzione della sequenza, per mettere a disposizione delle autorità locali ogni elemento utile ad una corretta informazione alla popolazione e all’eventuale adozione di adeguate misure di prevenzione.
Nella nottata di oggi, 1° febbraio, l’Ingv ha trasmesso al Dipartimento un ulteriore comunicato nel quale si chiarisce che la valutazione scientifica dell’andamento della sequenza non può essere intesa come una previsione, perché allo stato attuale delle conoscenze non è possibile prevedere i terremoti, né l’evoluzione della sequenza. Nel comunicato, inoltre, l’Ingv ricorda che la Garfagnana e la Lunigiana sono zone ad elevata pericolosità sismica.
Le iniziative adottate. I Sindaci della Garfagnana, in raccordo con la Regione, la Prefettura e la Provincia di Lucca, hanno attivato i propri piani di emergenza e i centri operativi comunali e intercomunali, hanno allestito le strutture per fornire assistenza alla popolazione e hanno garantito l’informazione ai cittadini, anche attraverso media locali e social network. In particolare, hanno consigliato alla popolazione di uscire dalle proprie abitazioni per raggiungere le aree sicure previste dai piani. Migliaia di persone sono scese in strada e hanno trascorso la notte fuori dalle proprie abitazioni. La Regione Toscana ha attivato la colonna mobile regionale per fornire ai Comuni tutto il supporto necessario in termini di logistica e di assistenza, con l’ausilio del volontariato di protezione civile. Per la giornata di oggi, 1° febbraio, i Sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole ed è attualmente in corso una riunione presso il Centro operativo intercomunale Garfagnana. Nel primo pomeriggio il Capo del Dipartimento della Protezione Civile raggiungerà Castelnuovo di Garfagnana per fare un nuovo punto di situazione con le istituzioni territoriali e le locali strutture operative di protezione civile, dopo l’incontro dello scorso 30 gennaio.
La prevenzione del rischio sismico. La mappa di pericolosità sismica del nostro Paese (opcm 3519/2006) indica che l’area della Garfagnana presenta un’elevata pericolosità e i Comuni interessati dalla sequenza in corso sono classificati in zona sismica 2 e 3. Si tratta di territori in cui devono essere applicate specifiche norme per le costruzioni. La mappa di pericolosità e la classificazione sismica indicano quali sono le aree del nostro Paese interessate da un'elevata sismicità, e quindi dove è più probabile che si verifichi un terremoto di forte intensità, ma non possono stabilirne con esattezza né il momento né il luogo. Ad oggi, infatti, non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza per prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà un terremoto, né, tanto meno la sua magnitudo. In Italia la rete sismica nazionale registra più di 10.000 terremoti ogni anno, mediamente trenta al giorno, che non è possibile prevedere. Lo studio delle sequenze sismiche non consente di fare ipotesi sulla possibilità che si verifichi o meno una scossa molto più forte, che possa produrre seri danni e crolli. La mappa di pericolosità sismica è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l'unico modo per ridurne le conseguenze immediate. Per questo è importante essere consapevoli del livello di pericolo del territorio e informarsi su come sono costruiti gli edifici in cui viviamo, studiamo e lavoriamo, e sulla loro conseguente vulnerabilità sismica e, per quanto possibile, adoperarsi per effettuare interventi di rafforzamento sismico.
La sequenza sismica in Garfagnana. Complessivamente, dal 25 gennaio, dopo l’evento di Ml 4.8, sono 272 le scosse registrate nel territorio della Garfagnana tra le Province di Lucca e Modena dalla rete di monitoraggio dell’Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In particolare, una scossa ha avuto magnitudo superiore a 3.0 (31 gennaio, Ml3.3), 42 hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 3.0, mentre 230 hanno avuto magnitudo inferiore a 2.0. Tutti i dati sulla sequenza sono pubblicati sul sito www.ingv.it.
Immagine: Mappa della sequenza epicentrale dal 25 gennaio al 1° febbraio
Fonte dell'immagine: Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
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