fonte Corriere delle Alpi
Fadalto: doppio boato e poi un terremoto
Domenica alle 7,30 microscossa (1,7 gradi) con epicentro 12 km sotto terra
TAMBRE. Dopo una notte di micro vibrazioni, con due boati percepiti dai residenti, domenica mattina, alle 7.30, è arrivato anche il terremoto. Un vero e proprio terremoto tettonico, di magnitudo fortunatamente piuttosto contenuta, appena 1,7 gradi, con epicentro a 12 chilometri sotto terra, in Alpago.
Verrebbe da dire, sorridendo ironicamente, che gli "sciacalli", come li ha definiti il sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, ci sono andati vicino. Avevano previsto un terremoto per il 5 marzo, hanno sgarrato di 7 ore e 38 minuti.
A quell'ora, domenica mattina, le stazioni sismografiche del Centro Ricerche sismologiche di Udine hanno infatti registrato un sommovimento tellurico con una magnitudo di 1,7 gradi. Pochi gradi, dunque, ma c'è chi in Fadalto ha sentito la terra tremare, per pochi secondi.
L'epicentro? «Tra gli 8 ed i 12 chilometri di profondità», come spiega Gian Luigi Bragato, che ogni giorno, da due mesi, si prende cura di ciò che succede nelle viscere della terra, a Fadalto e dintorni.
Ritornando agli "sciacalli", viene però da sorridere perché loro avevano previsto un cataclisma dall'Alpago a Riese Pio X. Invece siamo qui a parlare di tutt'altro e il sindaco Da Re, come pure il suo collega di Farra d'Alpago, Floriano De Pra, si augurano che i carabinieri diano un'identità a quel "Paolo" che ha firmato il volantino recapitato ad alcuni anziani.
«Il terremoto di domenica mattina», spiega Bragato, «non ha nulla a che vedere con le vibrazioni superficiali che stiamo registrando in corrispondenza dei boati, di cui alcuni anche nella nottata tra sabato e domenica. La scossa registrata, ancorché di debole magnitudo, è un vero e proprio terremoto, uno di quelli classici».
Sommovimenti tellurici, come spiegano i responsabili del Crs di Udine, che si verificano spesso in Val Lapisina, e più spesso ancora in Alpago e in Cansiglio, proprio nella dimensione limitata di domenica. Movimenti che sono quasi impercettibili e dai quali, sempre secondo gli esperti, non ci sono deduzioni da tirare. Ovvero, non sarebbero scosse premonitrici di qualcosa di più grave. Gli abitanti, però, hanno paura.
Come l'hanno avuta all'inizio di febbraio, quando la "voce dell'orco" si è fatta sentire con 1,8 gradi della scala Richter. Da qui l'invito della Protezione civile regionale a "tenersi pronti" per ogni eventualità, come i dirigenti spiegheranno ai sindaci convocati dal presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, domani al teatro Da Ponte di Vittorio Veneto; una riunione che sarà ripetuta nei giorni successivi in Alpago per gli amministratori della zona. Capitolo diverso, invece, quello dei boati e delle micro vibrazioni, catturate ad una profondità massima di 500-600 metri e che sono causate dagli spostamenti d'acqua nelle cavità carsiche, dovute alle grandi piogge dell'autunno e allo scioglimento delle nevi in montagna. Di microscosse ne vengono catturate 7-8 al giorno dalle apparecchiature del Crs; dei relativi boati, invece, si ha sentore ormai solo di rado. Recentemente, sabato notte alle 22.30 e domenica mattina verso le 3.
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