Il processo di decadimento naturale ed il rientro della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è giunta al suo epilogo, entrando in contatto con l’atmosfera terrestre e infine impattando nell’Oceano Pacifico alle ore 00.16 UTC (02.16 ora italiana).
Il comitato tecnico scientifico, riunito in seduta permanente presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha escluso immediatamente la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 abbiano impattato sul territorio nazionale.
Rimbalzando negli strati più alti dell'atmosfera, in una delle sue ultime orbite la Tiangong-1 aveva sorvolato il Jiuquan Satellite Launch Center, la base spaziale dalla quale era stata lanciata il 30 settembre 2011. La sua vita operativa avrebbe dovuto essere breve, di appena due anni, invece nel 2013 la Cina decise di prolungarne l'attività, finché nel marzo 2016 perse i contatti con il veicolo spaziale e fu costretta a dichiararlo fuori controllo.
Nella giornata di ieri a seguito del decadimento della stazione spaziale cinese, il Capo Dipartimento della Protezione Civile, in accordo con ASI e con gli altri partecipanti al tavolo, ha pertanto dichiarato concluse le attività di monitoraggio e di informazione dell’evento.
Da una prima analisi preliminare dei dati miei e degli amici che hanno eseguito monitoraggi del rientro della Tiangong-1, non sembrano essere emersi dati correlabili con l'evento. Nei prossimi giorni verranno riverificati. Nonostante la quasi sicura assenza di segnali correlati al rientro della stazione spaziale cinese è stato un bel banco di prova nel campo del meteorscatter e della radioastronomia.
Cieli sereni.
73 de Giorgio IU3IOU
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