Appunti di ricerca e sperimentazione amatoriale di Giorgio De Luca IU3IOU (SWL I-4979/VE) . Cornuda (TV) ITALY
lunedì 26 aprile 2010
un canadair su Cornuda
Il veivolo si è alzato in volo intorno alle 10 per portarsi a Miane dove il suo passaggio era atteso nell'ambito delle manifestazioni per l'inaugurazione della nuova sede della locale Associazione Volontari Antincendi Boschivi e Protezione Civile "Valsana". Dopo il suo passaggio e il suo saluto alla nuova struttura durante la fase di rientro è transitato sopra il centro abitato di Cornuda a bassa quota così da mostrarsi in tutta la sua bellezza e maestosità.
giovedì 22 aprile 2010
Islanda - Il vulcano Eyjafjallajökull
Il 20 marzo 2010 è iniziata una nuova fase eruttiva del vulcano islandese Eyjafjallajökull, non attivo dal 1823. Nei primi giorni l’eruzione è stata localizzata in una zona libera dal ghiaccio, dal 14 aprile il magma si è invece “intruso” all’interno del cratere centrale, entrando a contatto con il ghiacciaio che lo ricopre.
La frammentazione del magma provocata da questo contatto ha quindi originato una nube di ceneri che si è propagata nel nord e nel centro dell’Europa. Il 16 aprile la nube ha iniziato a interessare anche l’Italia. Per studiare da vicino il fenomeno, nel Comitato operativo convocato dal Dipartimento della Protezione Civile il 18 aprile scorso, è stato riunito un gruppo tecnico-scientifico di analisi.
Paese: Sud-Islanda
Tipo di vulcano: Strato-vulcano
Ultima eruzione: 1821-1823
Altitudine: 1666 m 5,466 piedi
Latitudine: 63.63°N 63°38'0"N
Longitudine: 19.62°W 19°37'0"W
la seconda volta dell'ISS
Energia sismica in centro Italia
lunedì 12 aprile 2010
Sequenza sismica ETNA - agg. 02
Nella giornata dell’8 aprile fra le ore 17:51 e le 18:27 le stazioni della rete sismica dell’INGV-CT hanno registrato una decina di ampi eventi a bassa frequenza localizzati nell’area sommitale dell’Etna, a seguito dei quali non sono state rilevate variazioni significati dell’ampiezza del tremore vulcanico. In concomitanza a tale fenomeno il cratere presente alla base orientale del Cratere di SE, ha prodotto un pennacchio contenente cenere, che si è elevato per un’altezza di circa 1 km disperdendosi nell’atmosfera in direzione NE, dando luogo a ricaduta di ceneri in località Rocca Campana, tra Milo e Fornazzo. Tale fenomeno è stato seguito da una fase di intenso degassamento in corrispondenza del cratere a pozzo, senza emissione di cenere.
L’evoluzione dei fenomeni è costantemente monitorata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC), attraverso il proprio Centro Funzionale Centrale – settore Rischio Vulcanico, oltre che con le reti strumentali dei propri centri di competenza, anche attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di informazioni da satellite in stretta collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, che allertata in tal senso dal DPC ha puntato i radar di COSMO-SKyMed sul vulcano ed ha attivato il team del progetto ASI “Sistema Rischio Vulcanico” (ASI-SRV) che utilizza moderne tecnologie di analisi di dati satellitari per dare supporto alle attività di gestione del rischio vulcanico svolte dal Dipartimento della Protezione Civile. Grazie all’archivio di dati che il progetto ASI-SRV sta raccogliendo da alcuni mesi sull’Etna è stato possibile rispondere in maniera tempestiva alla richiesta del Dipartimento. Infatti, combinando opportunamente tra loro varie immagini radar acquisite nel corso del tempo, mediante una tecnica altamente innovativa sviluppata dall’IREA-CNR di Napoli, è possibile misurare nel dettaglio deformazioni del suolo anche molto piccole, per esempio dell’ordine del centimetro. Utilizzando tali tecniche il dato acquisito da COSMO-SKymed il 7 aprile 2010 è stato confrontato con i dati acquisiti precedentemente allo sciame sismico, che si sta manifestando sull’Etna dai primi di Aprile, ed in particolare con un dato acquisito il 30 marzo 2010.
È infine importante notare che il prime del progetto ASI-SRV è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) già preposto per legge al monitoraggio e alla sorveglianza sismica e vulcanica nell’ambito del Sistema Nazionale di Protezione Civile e che al progetto collaborano oltre all’IREA/CNR, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Advanced Computer Systems spa e la Galileian Plus srl.
martedì 6 aprile 2010
Ultimi eventi sismici Triveneto
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.7 è avvenuto alle ore 14:52:34 italiane del giorno 01/Apr/2010 (12:52:34 01/Apr/2010 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Alpi_Giulie.
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.2 è avvenuto alle ore 02:48:52 italiane del giorno 02/Apr/2010 (00:48:52 02/Apr/2010 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Pianura_veneta.
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.7 è avvenuto alle ore 15:10:27 italiane del giorno 03/Apr/2010 (13:10:27 03/Apr/2010 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Alpi_Atesine.
Un terremoto di magnitudo(Ml) 2 è avvenuto alle ore 23:41:33 italiane del giorno 03/Apr/2010 (21:41:33 03/Apr/2010 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Alpi_Carniche. VENETO - BELLUNO
TERREMOTO ABRUZZO 12
TERREMOTO ABRUZZO 11
I primi drammatici secondi della rottura della faglia sono stati ricostruiti dall'INGV con un dettaglio mai raggiunto prima. La Rete Sismica Nazionale ha localizzato ben 18.000 terremoti a partire dalla scossa principale, permettendo di seguire l'evoluzione della sequenza sismica in tempo reale e di individuare alcune aree critiche che tuttora vengono monitorate con estrema attenzione.
E' stato evidenziato il ruolo fondamentale dei fluidi profondi nell'innesco della scossa principale e nella genesi della sismicità appenninica. Sono stati scoperti tre forti terremoti sconosciuti generati dalla stessa faglia negli ultimi 2500 anni e simili a quello del 2009.
Dall'ultimo grande terremoto italiano, quello che ha colpito l'Irpinia nel 1980, sono stati fatti enormi passi avanti nella comprensione dei processi di genesi dei terremoti. Il potenziamento dei sistemi di monitoraggio e lo sviluppo di studi multidisciplinari hanno portato alla caratterizzazione delle aree a maggiore pericolosità sismica, strumento essenziale per la pianificazione del territorio.
La comunità scientifica continua a impegnarsi per esplorare tutti gli aspetti della sismogenesi, compresi i fenomeni precursori, che però al momento non permettono di formulare alcun tipo di previsione a breve termine.
Oggi la grande scommessa della nostra comunità scientifica è fornire una prospettiva temporale a medio termine, identificando le aree dove è più alta la probabilità che nei prossimi decenni avvengano forti terremoti.
La grande scommessa della società civile è invece quella di recepire prontamente i risultati scientifici e tradurli in azioni di prevenzione e in crescita culturale volta all'educazione ai rischi, così da abituare le nuove generazioni a una convivenza responsabile con il territorio.
Questa rimane la prima e più importante forma di difesa dai terremoti.
Sequenza sismica ETNA - agg. 01
I singoli eventi sismici si susseguono con una certa intensità con l'evento principale che al momento risulta essere quello avvenuto alle ore 02:05:13 italiane del giorno 03/Apr/2010 (00:05:13 03/Apr/2010 - UTC) di magnitudo(Ml) 3.6.
Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose.