sabato 26 maggio 2018

Ex base Troposcatter NATO “Livorno” - Monte Giogo

Nell'estate 2010 durante le vacanze nell'isola di Creta avevo potuto vedere dal vivo due grandi antenne paraboliche di cui non avevo notizia e informazione (link). 
Solo al rientro grazie ad alcune ricerche in internet avevo avuto modo di scoprire che la stazione faceva parte di un link strategico per le radiocomunicazioni nell’ambito Nato, denominato ACE-HIGH Network, che collegava tra di loro e con i centri decisionali e di comando, tutti i Radar Remoti posti sui confini est dell’Alleanza Atlantica.
Di questa rete facevano parte anche alcune stazioni presenti sul territorio italiano tra cui anche quella del Monte Giogo, particolarmente affascinante dal punto di vista tecnico ma anche per la sua collocazione geografica.


Su input del Gruppo Microonde Scatter Monte del Giogo di Parma, l’ARI Associazione Radioamatori Italiani ha ottenuto dall'Agenzia del Demanio la gestione dell’ex base Troposcatter NATO “Livorno”, posta sul Monte Giogo, sito nelle immediate vicinanze del passo del Lagastrello nel comune di Comano (MS) - locatore JN54BH.

Vista aerea dell'ex base Troposcatter 
NATO “Livorno”, posta sul Monte Giogo

La rete ha subito nel corso degli anni varie modifiche: la più importante fu dovuta all’uscita della Nato della Francia con la conseguente chiusura di questo braccio. Si dovette creare un nuovo braccio (Alternate Route): questo passava dal Monte Giogo che con un link in microonde (4,9 GHz) si collegava con la stazione di Cavriana (tra Mantova e Verona) la quale sdoppiava la comunicazione da un lato verso nord, sempre in microonde verso la stazione Troposcatter IDGZ posta sul Dosso dei Galli (Passo Maniva, BS) e dall’altro in Troposcatter verso la stazione veneta di Lame (Portogruaro), la quale con un link a microonde collegava l’aeroporto di Aviano. Il braccio nord, dalla stazione del Dosso dei Galli, proseguiva poi, saltando la neutrale svizzera, verso la stazione tedesca di Feldberg, nel sud-ovest della Germania.

La rete iniziava a nord con la stazione di Hoggumpen (Senia Tail) nell’estremo nord della Norvegia e si estendeva a sud fino alla stazione di Mardin, nella Turchia sud-orientale. Il Network toccava Norvegia, Danimarca, Olanda, Germania, Inghilterra, Faeroe, Francia, Italia, Gecia e Turchia, nonché le isole mediterranee di Malta, Creta, Cipro e Cefalonia. L’estensione totale sfiorava i 4000 Km e la stazione terminale delle isole Faroe collegava il network NATO con le reti troposcatter “North Warning” estese dalle stesse Faroe alla Groenlandia (rete NARS, North Atlantic Radio System), dalla Groenlandia al Canada Nord Orientale (rete DEW line, Distant Early Warnig Line) e dal Canada orientale a quello occidentale all’Alaska ( WACS, Withe Alice Comunications System). Queste reti, tra di loro interconnesse, costituivano il principale sistema “Early Warning” (Allarme Immediato) di difesa occidentale, abbinato ai radar remoti, con il compito di individuare e avvisare in tempi brevissimi i centri decisionali di eventuali azioni aggressive contro i confini est dell’Alleanza.

La rete NATO fu progettata nel 1956 e entrò in funzione a cavaliere del 1960: operava nelle gamme 400-500 MHz e 680-970 MHz. La gamma bassa era principalmente impiegata nei tratti di maggiore lunghezza e in particolare in quelli marini, dove più incidenti erano gli effetti di evanescenza. Le stazioni “Coda” (tratti brevi e fruitori) erano servite mediante tratte L.O.S. (Line of Sight) a 4,9 GHz.
La dorsale principale attua i suoi collegamenti mediante la tecnica “Troposcatter”, cioè sul principio dello “spargimento troposferico” che il fascio di onde elettromagnetiche subisce grazie alla presenza delle discontinuità dielettriche della Troposfera, fenomeno che consente la comunicazione tra siti posti oltre l’orizzonte elettromagnetico. Le possibilità di collegamento derivanti da questa tecnica di trasmissione (anche detta O/H, da Over-Horizon) varia su distanze comprese tra i 200 e i 700 Km a seconda delle caratteristiche degli impianti e delle frequenze impiegate. Essa è estremamente sicura in fatto di risultati, ma causa la modesta percentuale di segnale riflesso, quindi utile al collegamento, nonché ai sensibili effetti di fading a cui è sottoposto, necessita di potenze di trasmissione piuttosto elevate, antenne ad elevatissimo guadagno e sistemi dotati di elevata sensibilità.
Ogni stazione era composta di quattro parabole con un diametro di 10 o 20 metri, quelle da 20 metri avevano un guadagno di 43 db con una larghezza del fascio di 1°; su ogni parabola è installato un illuminatore alimentato da una guida d’onda per la trasmissione e da un cavo coassiale da 1 5/8 pollici per la ricezione.
Ogni braccio del link aveva un trasmettitore composto da un eccitatore a klystron da 1 KW che andava a pilotare un amplificatore lineare con potenza da 10 a 50 KW operante in F9, i ricevitori per ogni braccio erano 4 perché operava in quadrupla diversità; la sensibilità del ricevitore era di –105 dbm (circa 1μV); i primi a valvole successivamente sono stati sostituiti con altri allo stato solido.
Se pensiamo alla sensibilità complessiva del sistema, ossia i –105 dbm cui andiamo ad aggiungere ovviamente il guadagno della parabola 43 db la sensibilità totale viene ad essere di –148 dbm, valori per l’epoca estremamente elevati.
Le trasmissioni Troposcatter erano classe “Wideband” o “Broadband”, e presentavano una larghezza di banda media di circa 1 MHz, con una allocazione di circa 250 canali telefonici e 180 canali telegrafici. In questi sistemi sono stati impiegati i primi modem a 9,6 k, questo dimostra il grado di sofisticazione della struttura, considerati i tempi in cui operava.
La chiusura di questa rete è avvenuta nella prima metà degli anni ’90 (in Italia 94-95) fatta eccezione per la parte greca e turca che è stata mantenuta attiva ancora per alcuni anni.



Grazie all'amico Antonio Pagani IZ5006 SWL, tecnico nel campo delle telecomunicazioni, ecco alcune immagini della stazione del Monte Giogo, scattate qualche giorno fa, quando si è recato nell'ex base Troposcatter, per la manutenzione dei sistemi e ripetitori posizionati proprio all'interno dell'area.










La speranza ora è di poter avere l'occasione per salire sul Monte Giogo per poter visitare personalmente la struttura, magari proprio in compagnia dell'amico Antonio. 

Alle prossime.

73 de Giorgio IU3IOU

sabato 19 maggio 2018

Nuovi test in ambito WiFi radioamatoriale

Lo scorso anno vi avevo raccontato dei primi test ed esperimenti in ambito WiFi ad uso radioamatoriale (link al post).
L'idea era nata dalla lettura di una discussione relativa alla possibilità o meno di effettuare un QSO via WiFi (link alla discussione su ARI Fidenza).


In questo ultimo anno più volte ho attivato il monitoraggio per cercare di approfondire il tema e la comprensione di questa tecnologia.
I test sono stati in questa fase di sola ricezione delle reti WiFi private e commerciali ricevibili dalla mia postazione, così come sono visibili nelle schermate successive con le reti più forti che raggiungono segnali di -70 / -72 dB. Da precisare che il posizionamento dell'antenna è temporaneo pertanto i segnali quasi sicuramente più forti ma andrebbe migliorata la posizione ed il puntamento dell'antenna.







Dallo studio del band plan radioamatoriale sembra che la fascia di frequenze adatte a tale tipo di sperimentazione sia compresa tra i 5,650 ed i 5,668 GHz a statuto secondario, con attività via Satellite e All Mode.
Nelle note di molti band plan radioamatoriali per questa fascia di frequenze si ritrovano anche le note "Comunicazioni Satellite in Uplink - E' permessa attività WiFi".

L'idea rimane quella oltre di conoscere meglio la tecnologia WiFi, di realizzare dei collegamenti punto punto tra stazioni identificate con nominativo e locatore così da avere uno scambio di dati minimi il più possibile a quelli di un QSO radioamatoriale.

A tale scopo ho configurato come SSID, il nome con cui una rete WiFi si identifica, con il mio nominativo e locatore radioamatoriale
Analogamente ho settato una frequenza che rientra in quella fascia di frequenze assegnate al servizio di radioamatore, seppur in statuto secondario.

Sarà necessario predisporre una seconda postazione simile o identica per poi poter effettuare dei test da postazioni punto punto, aumentando via via la distanza.

Preciso per quanti molto più esperti di me su queste tecnologie che i test hanno lo scopo di conoscere meglio il mondo del WiFi, pertanto hanno un puro scopo sperimentale. Ogni confronto e consiglio è il benvenuto nel pieno spirito radioamatoriale.


Setup utilizzato 
radio RouterBoard RB411 della MikroTik 
antenna a pannello per la banda dei 5 GHz
software di gestione WinBox v 6.38.7


Alle prossime.
73 de Giorgio IU3IOU

lunedì 7 maggio 2018

Visita al 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio" a Treviso

Nella giornata di oggi, 07 maggio 2018, ho avuto la possibilità di visitare il 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio" dell'Esercito Italiano, in compagnia di diversi altri radioamatori di alcune sezioni ARI del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.

Il 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio" trova sede a Treviso presso la Caserma "De Dominicis".




Alcune foto della Caserma "De Dominicis"
tratte dal web - www.angetitalia.it

Costruita nel 1910 per le esigenze di un reparto di Cavalleria, ha ospitato negli anni diversi reparti tra cui i gloriosi "Lancieri di Novara".
Successivamente ha ospitato:
- dal 29.03.1951 al 31.10.1958 il Battaglione collegamenti "Folgore"
- dal 01.01.1958 al 31.12.1975 il Battaglione Trasmissioni "Folgore"
- dal 01.01.1976 al 30.11.1993 il 184° Battaglione Trasmissioni "Cansiglio"
- dal 01.12.1993 al 31.12.1998 il Centro Telematico Sperimentazioni, Rifornimenti e Riparazioni Materiali delle Trasmissioni
- dal 01.01.1999 al giorno d'oggi il 184° Reggimento Sostegno TLC "Cansiglio" successivamente reinquadrato come 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio"

Nel corso della storia del 184° Reggimento Sostegno TLC "Cansiglio" (prima Reggimento) e nella stessa sede trevigiana dal gennaio 1993 nasce il CENTESPERIMAT, Centro Telematico Sperimentazioni, Rifornimenti e Riparazione di Materiali delle Trasmissioni, che fa capo all'area logistica e che ha il compito di effettuare il mantenimento di sui materiali di sua competenza.
Questo ente logistico, in data 1 gennaio 1999, assurge al rango di Reggimento con la ridenominazione in 184° Reggimento Sostegno Telecomunicazioni "Cansiglio", sempre con sede in Treviso. Dopo 17 anni di intensa attività, in data 1 gennaio 2017, il 184° Reggimento di Sostegno TLC "Cansiglio" ritorna ad essere 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio".


Lo stemma del 184° Battaglione 
Sostegno TLC "Cansiglio"

Durante la visita oltre a scoprire la storia del 184° Reggimento Sostegno TLC "Cansiglio" così come sopra riportata, c'è stata la possibilità di visitare i vari laboratori dove il personale si occupa della sperimentazione e della manutenzione del materiale necessario alle telecomunicazioni dell'Esercito Italiano, sia per la normale attività sul territorio italiano e di competenza delle singole strutture, sia negli scenari operativi internazionali.
Le principali attività riguardano appunto la manutenzione degli apparati radio, centrali e ponti radio oltre a tutto il sistema di installazione, gestione e configurazione del sistema Tetra per l'Esercito Italiano. Oltre a questo il 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio" si occupa anche di tutto il supporto tecnico e materiale del settore telecomunicazioni necessarie alle attività dell'Esercito Italiano.


Un dono in ricevuto quale ricordo della visita al
184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio"

Una occasione privilegiata per conoscere dal punto di vista culturale e tecnico una delle attività istituzionali del mondo delle trasmissioni e telecomunicazioni, quella dell'Esercito Italiano.

Trattandosi di un sito militare, come è facile comprendere, non è stato possibile scattare fotografie dei laboratori e dei dettagli delle attività.

Un grande ringraziamento va in primis al personale del 184° Battaglione Sostegno TLC "Cansiglio" per la loro disponibilità e cortesia nell'accoglierci e nel guidarci in questa visita.
Un ringraziamento va a tutti gli amici radioamatori che hanno partecipato alla visita, per la compagnia, in particolare un grande grazie va ad IZ3RCE Antonio per l'organizzazione della giornata.

Alle prossime
73 de Giorgio IU3IOU

mercoledì 2 maggio 2018

Le fonti del Clitunno: tra bellezza e interesse geologico e scientifico.

Durante il ponte del primo maggio 2018, con la famiglia ci siamo dedicati una breve vacanza in Umbria. Tra le varie escursioni abbiamo avuto l'occasione di visitare un sito già scoperto in passato: le Fonti del Clitunno, luogo incantevole lungo la via Flaminia fra Spoleto e Foligno, nel comune di Campello sul Clitunno.



29 aprile 2018  fotografie di Giorgio De Luca
viste d'insieme del sito delle Fonti del Clitunno

Il loro aspetto suggestivo, con il laghetto popolato di nasturzi acquatici, nontiscordardimé della palude, cigni e anatre, e con la miriade di colori dei salici e dei pioppi cipressini che si riflettono nel limpido specchio d'acqua, ispirò fin dall'antichità pittori, poeti e scrittori, come Plinio il Giovane, Virgilio, Corot, Byron e Giosuè Carducci, il quale le consacrò nella sua celebre ode.

Considerate sacre dai Romani che qui venivano a consultare l'oracolo del dio Clitunno e a svolgere riti religiosi, come testimonia la presenza più a valle del Tempietto di Clitunno (poi trasformato in una chiesetta paleocristiana dedicata a S. Salvatore che conserva antichi affreschi), molte vene delle acque del fiume furono disperse in seguito al grande terremoto del 440 d.C. Regolate poi facendole passare al di sotto del Marraggia, le Fonti assunsero il loro aspetto attuale nella seconda metà dell'Ottocento per opera del conte Paolo Campello della Spina.

L'interesse per queste fonti tra i molti aspetti, da quello storico a quello naturalistico, principalmente per gli aspetti geologici. E' infatti un fenomeno particolare ad aver suscitato da sempre la mia curiosità e cioè, l'affiorare di bolle di gas dal fondo che si sprigionano all'interno delle limpide acque.



29 aprile 2018  fotografie di Giorgio De Luca
alcuni scatti dove si notano i crateri
sul fondo del laghetto del Clitunno

Nella cartellonistica all'ingresso del parco delle Fonti del Clitunno, in riferimento agli aspetti geologici, viene riportata questa descrizione:
GEOLOGIA
Le Fonti del Clitunno possono considerarsi tra le più importanti manifestazioni idriche della nostra regione. Sono determinate dall'affioramento, al margine orientale della piana alluvionale della valle umbra, del livello idrostatico della falda compresa nei calcari liassici dei monti di Campello. La rinomanza naturalistica del laghetto è legata soprattutto alle caratteristiche ambientali che gli derivano dall'essere costituito in parte da subito correnti e in parte da acque che riempiono quasi stagnando una depressione del terreno. Le sorgenti scaturiscono a quota 225 m sul livello del mare dalla roccia sottostante la via Flaminia. Il flusso è formato anche da numerose "vene", ruscelletti brevi che esordiscono ciascuno da una sorgente affiorante dal terreno, soprattutto a monte dello specchio d'acqua e da alcuni "occhi di fonte" presenti nella sponda meridionale. Il perimetro del piccolo lago ha un perimetro di circa 405 m, una lunghezza di 115 m, una larghezza di 100 m ed una superficie pari a circa 9.800 mq. Sul fondo sono presenti i caratteristici crateri, nei quali si aprono le polle sorgive, responsabili del maggior apporto d'acqua del sistema. La profondità del bacino varia di molto poiché passa da pochi centimetri a 4 metri nella zona centrale e a 6 metri circa entro i crateri. La temperatura dell'acqua è costante, circa 12° e non subisce variazioni con l'avvicendarsi delle stagioni e il variare del clima. La portata è di 1300 litri al secondo.
In questa antica rappresentazione del territorio e in particolare del fiume Clitunno e dei suoi emissari si può ritrovare la scritta "Campello", ad indicare Campello sul Clitunno, ed immediatamente più a sud la dicitura "Le Vene" probabilmente ad indicare proprio la zona delle Fonti del Clitunno, così come si evince anche dal disegno della mappa dove si intravedono di vari rami delle Fonti.


Ancora oggi la toponomastica ricorda questo antico modo di indicare le Fonti del Clitunno. La strada infatti è ancora denominata Strada delle Vene.

Al rientro a casa ho dedicato un po' di tempo per fare qualche ricerca e trovare informazioni più approfondite sul web. Tra i risultati ho trovato un approfondimento piuttosto interessante e preciso sulle caratteristiche ambientali e geologiche delle Fonti del Clitunno che riporto di seguito (dal sito www.montagneaperte.it)

Il primo tratto dell’asta del fiume Clitunno, dalle Fonti, nel comune di Campello sul Clitunno, fino circa alla Chiesa Tonda in località Pigge, nel Comune di Trevi, appartiene al sito della rete ecologica Natura 2000 ‘Fonti e Fiume Clitunno’ [IT5210053]. Rappresenta un esempio, non comune per l’Umbria e per l’Italia centrale, di fiume di risorgiva; ospita estese praterie di vegetazione idrolitica di notevole interesse geobotanico.
Il fiume Clitunno scorre nei comuni di Campello sul Clitunno,Trevi, Foligno e Bevagna, dove si unisce al torrente Teverone per costituire il fiume Timia, per una lunghezza complessiva di poche decine di km, mentre 16 (circa) sono i km che, in linea d’aria, separano le sorgenti dalla confluenza.
Nasce da ricche sorgenti che affiorano attraverso i depositi di pianura e convogliano in questi luoghi le acque raccolte nella struttura calcarea del monte Serano (1429 m s.l.m.), la cima più elevata di questo territorio.
Le ‘Fonti’ sono le principali: hanno una portata media di circa 900-1000 l/sec, alimentano il laghetto omonimo e danno vita all’alveo fluviale che nella sua parte iniziale è costituito da tre rami principali che confluiscono, poi, in un unico corso qualche chilometro a valle. Queste sorgenti hanno un carattere solfato-alcalino-terroso ed emergono, con una temperatura media di 12,00 °C, a una quota di circa 225 m s.l.m. Hanno un ritardo di circa 5-6 mesi rispetto alle piogge, a testimoniare l’ampio bacino di alimentazione e la profondità raggiunta nella circolazione idrica sotterranea.
Segue per importanza la sorgente il ‘Tempio’, caratterizzata da una portata media annua di circa 400-490 l/sec, contribuisce a rifornire la rete acquedottistica a servizio di una parte del territorio locale e contribuisce, a sua volta, alla portata complessiva del fiume Clitunno.
Questa sorgente, localizzata al fianco del Tempietto sul Clitunno, ha acque di tipo bicarbonato-calcico, con residuo fisso minore rispetto a quello delle ‘Fonti’ e una temperatura inferiore di mezzo grado (11,5 °C). Ha un ritardo rispetto alle piogge di circa un mese, a testimoniare la maggiore superficialità della falda, che è difatti influenzata più direttamente dagli eventi meteorici, pluviali e nivali.
Queste differenze ci indicano chiaramente la loro provenienza da due circuiti idrici sotterranei differenti, con le acque che alimentano le ‘Fonti’ che vanno evidentemente a interessare anche i livelli evaporitici che si trovano alla base della Serie carbonatica Umbro-Marchigiana.
Le sorgenti del Clitunno sono del tipo così detto di sbarramento, legate alla presenza della faglia distensiva, diretta, che borda la Valle Umbra e disloca con un rigetto verticale di circa 2000 m le strutture geologiche più antiche, esito di quegli eventi compressivi che hanno disegnato il sistema orografico presente a oriente della pianura.
Meno di 5 km separano le principali aree sorgive dalla vetta delle montagne: è la morfologia a narrare l’intersezione tra i fenomeni compressivi, come piegamenti e sovrascorrimenti, che hanno originato i monti, e i più recenti fenomeni distensivi che hanno delineato le valli.
Accanto alle due emergenze principali ricordiamo anche tre scaturigini minori, poste a diverse altezze rispetto alla pianura.
La sorgente di Sant’Arcangelo affiora a una quota di circa 551 m s.l.m. con una temperatura di 12,5°,‘I Pisciarelli’ emerge alla quota di 837 m s.l.m. con una temperatura di 7,7 °C,‘Fontanelle’, infine, è localizzata all’altezza di 1174 m s.l.m. e fuoriesce con una temperatura di poco superiore a quella precedente.
Queste sorgenti apportano complessivamente circa 100 l/sec e contribuiscono in maniera modesta alla portata complessiva del fiume Clitunno [M. Barchi, P. Conversini, G.S.Tazioli 1996].
Il paesaggio che osserviamo oggi, puntando lo sguardo sulla pianura e scorrendo con gli occhi fin sulle vette del sistema orografico che la circonda, è anche il frutto di un migliaio (circa) di eventi sismici simili, per energia liberata, alla crisi tellurica che ha coinvolto e sconvolto per vari mesi questa parte dell’Umbria a partire dal 26 settembre 1997 e che ha prodotto, da sola, una subsidenza dei bacini sedimentari quaternari di alcune decine di centimetri.
Osservando il fondo del laghetto che costituisce le Fonti del Clitunno, potremo notare delle profonde buche a forma di imbuto, risultato dell’affioramento delle polle idriche dal letto sedimentario, che, grazie a una forte corrente risaliente, impedisce il deposito dei sedimenti nell’area di emersione.
Le buche possono raggiungere la profondità di circa 4 m, mentre il laghetto ha generalmente una profondità inferiore che diminuisce verso le sponde.
Il sito Natura 2000 ‘Fonti e Fiume Clitunno’ è un complesso ambientale piccolo, ha, infatti, un’estensione di soli 0,189 kmq, ma di grandissimo interesse naturalistico. È formato dalle aree sorgive e dal laghetto naturale, prima descritti, in parte circondato da fossi e canali che delimitano piccolissime aree prative umide e palustri, e dal primo tratto del fiume. Mostra uno dei migliori esempi regionali di vegetazione idrofitica sviluppata in ambito sorgivo, per ricchezza floristica e stato di conservazione.


29 aprile 2018  fotografie di Giorgio De Luca
viste d'insieme del sito delle Fonti del Clitunno
con sullo sfondo la via Flaminia

Lo stesso sito è stato anche oggetto di interesse della comunità scientifica dal punto di vista dello studio di possibili anomalie pre sismiche, tema quello dei possibili precursori sismici che seguo sempre con notevole interesse.

Nel video Fedora Quattrocchi, Dirigente Tecnologo dell'INGV spiega il ribollire delle Fonti del Clitunno in un servizio andato in onda alle 19:30 del 20 marzo 2017 sul TGR Umbria, in seguito ad una sequenza sismica che aveva interessato il territorio della zona.


Il fenomeno raccontato nel video è facilmente visibile ad occhio nudo nelle limpide acque delle Fonti del Clitunno.
Ecco un video del fenomeno del rilascio di bolle di anidride carbonica dal fondo del laghetto del Clitunno, registrato durante la mia visita del 29 aprile 2018.

POGS is complete! La fine del progetto di calcolo distribuito dedicato alla radioastronomia.

Questa mattina 02 maggio 2018 l'annuncio ufficiale del termine e dell'imminente chiusura del progetto di calcolo distribuito dedicato alla radioastronomia e di cui da anni facevo parte: il progetto theSkyNet POGS.


Potete trovare maggiori informazioni sul funzionamento e le finalità del progetto POGS a questo link.

Di seguito il comunicato ufficiale comparso solo poche ore fa.
POGS is complete!Hey everyone,
As a lot of you noticed, there haven't been any workunits for POGS for about a week.
I've been told by Kevin this morning that POGS has finished processing all the galaxies he needs.
Next up, we'll be looking at reviewing all of the processed galaxy data and preparing it for actual use.
Kevin tells me that the next step is to use the processed galaxy data to train an auto-encoder neural network to classify galaxies based on their features. We'll have a gigantic amount of training data ready for this task, so the prospects of positive results seem high.
Additionally, any research papers that ICRAR publishes using this data will contain an acknowledgement to the work done by everyone who contributed to POGS.
The POGS and theSkyNet websites are going to remain up for the time being, but Kevin is also looking to shut them down once everything has fully wrapped up. This is mainly due to monetary issues - it costs more than $2,000 AUD per month to keep the POGS and theSkyNet services running.
So I'm sorry about how abrupt this is, but we're all done. Thank you everyone for your contributions, great or small. Kevin and I do appreciate everything you've done, and we'll be sure to put all the data to good use.
I'm glad to have been able to help manage this project, even if it's only been one day a week for the most part. The community here has always been a good one.
I can try and answer any questions anyone has in this thread - I'm sure there'll be some.
Thanks again for everything,
Sam

Da quanto viene comunicato il progetto POGS ha terminato di processare tutte le galassie di cui aveva bisogno per raggiungere gli obiettivi del progetto. Successivamente saranno esaminati tutti i dati elaborati dagli utenti e verranno preparati per l'uso scientifico e di ricerca che mira a classificare le galassie in base alle loro caratteristiche.
Staremo a vedere se in futuro ci saranno nuovi passi del progetto POGS, anche se sembra poco probabile visto l'annuncio della chiusura del sito web.
Speriamo possa nascere qualche altro progetto dedicato al tema della radioastronomia.

Questi i risultati che nel tempo ho ottenuto contribuendo all'elaborazione dei dati sul progetto POGS.


Cieli sereni
73 de Giorgio IU3IOU

martedì 1 maggio 2018

eQSL QSL collegamenti radioamatoriali ricevute a aprile 2018

Come ogni mese ecco arrivato il momento dedicato alle eQSL o QSL ricevute nel mese di aprile 2018 quali conferme dei QSO effettuati nell'ambito dell'attività radioamatoriale

73 de Giorgio IU3IOU

eQSL













QSL