Nei giorni scorsi abbiamo riportato la notizia della continua rilevazione da parte dei residenti di boati nella zona del Cadore (link).
Il Centro Ricerche Sismologiche di Udine, parte integrante dell’OGS, si è messo a disposizione in tempi brevi, anche in virtà della richiesta giunta da parte della Protezione Civile del Veneto che ha ricevuto le prime segnalazioni relative ai boati, con l'obiettivo di comprendere in tempi brevi la provenienza e l'origine dei boati che stanno interessando il Centro Cadore creando apprensione tra i residenti.
Da ieri mattina nella zona di Calalzo sta operando il tecnologo Pier Luigi Bragato, per procedere all'installazione di due sismometri in grado di captare ogni segnale proveniente dal suolo.
I rilevatori saranno in grado di registrare i movimenti tellurici con precisione spazio temporale grazie al rilevatore GPS collegato.
Un tecnico del Centro Ricerche Sismologiche di Udine |
Fonte: Corriere delle Alpi
«I rilevatori non sono collegati ad una rete e dunque sono autonomi» spiega Bragato, «per questo motivo tra una settimana torneremo a Calalzo per verificare cosa è stato registrato. I tempi potrebbero restringersi se dovessimo avere nuove segnalazioni di boati. A quel punto torneremo immediatamente per capire cosa è stato captato. I rilevatori installati registrano solo ed esclusivamente movimenti a terra, provenienti dal suolo. Se dovesse passare un aereo sui cieli del Centro Cadore superando la barriera del suono lo strumento segnalerebbe solo un minimo movimento o forse anche nulla».
Il Centro Ricerche Sismologiche di Udine si avvale di due radar installati sul territorio cadorino, uno sul Faloria a Cortina ed un altro nell'agordino. L'area di Centro Cadore potrebbe avvalersi di un ulteriore radar posizionato al confine tra Veneto e Friuli nel comune di Cimolais. I rilevatori installati a Calalzo sono due. Uno è stato montato in località La Molinà mentre l'altro è stato posizionato nei garage del municipio. «La scelta è da rimandare alla possibilità di sfruttare energia elettrica» spiega Bragato, «questo facilita le operazioni. Praticamente si è trattato per noi di una operazione a costo zero che di fatto ha accorciato notevolmente i tempi di intervento. Montare un rilevatore in un prato con l'ausilio di un pannello solare richiede tempi più lunghi».
Se qualcuno in zona rilevasse nuovi fenomeni sonori identificabili con tali boati, può contribuire riportando le proprie osservazioni in questo modulo predisposto dal Centro Ricerche Sismologiche di Udine.
A questo punto non rimane che attendere nuovi aggiornamenti, il rilevamento dei dati e la loro successiva elaborazione.
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