Nelle primissime ore di ieri un evento sismico ha dato il via ad una sequenza sismica nella zona del Conero e dei distretti sismici limitrofi.
Di seguito i dati dell'evento principale ed iniziale di questa sequenza sismica.
Un terremoto di magnitudo(Ml) 4.9 è avvenuto alle ore 03:32:24 italiane del giorno 21/Lug/2013 (01:32:24 21/Lug/2013 - UTC) ed è stato localizzato in Adriatico centro-settentrionale a pochi chilometri dalla costa marchigiana, tra la Provincia di Ancona e di Macerata. L'evento è stato registrato ad una profondità di 8.4 Km.
I comuni più vicini all'epicentro sono: LORETO (AN), NUMANA (AN), SIROLO (AN), PORTO RECANATI (MC).
Dopo la scossa principale sono seguite numerose scosse di magnitudo minore e nei distretti sismici limitrofi.
Da questa mattina si registra una sequenza sismica di magnitudo tutto sommato contenuto nel distretto sismico della zona di Macerata.
Da informazioni ricevute dalle strutture di protezione civile locali e regionali che ho contattato personalmente non sono stati riscontrati danni se non qualche caduta di calcinaccio.
Tutte le strutture di monitoraggio sismico stanno monitorando la situazione.
Per maggiori informazioni ed approfondimenti sull'evento:
Un breve excursus della mia passione per i terremoti e per la loro previsione e una riflessione per lo sviluppo futuro dello studio dei possibili precursori sismici, anche a livello amatoriale e sperimentale. Al ritorno dal mio primo intervento di Protezione Civile nel sisma del 1997 in Umbria e Marche, mi sono appassionato sempre di più alle dinamiche emergenziali e di Protezione Civile, con una particolare attenzione agli eventi sismici. Circa due anni dopo, il ritrovamento e la lettura di un libro, ha fatto nascere in me, oltre alla passione per i terremoti, la curiosità sulla loro previsione. Il libro in oggetto dal titolo "Sono prevedibili i terremoti e le eruzioni vulcaniche?" contenente gli atti del Convegno scientifico sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, svoltosi a Taormina il 13 e 14 aprile 1989 al quale hanno partecipato i maggiori esperti (dell'epoca) del mondo della previsione dei terremoti.
I contenuti pur non essendo aggiornati dal punto di vista della ricerca scientifica, offre spunti interessanti di riflessione sullo sviluppo e sulle modalità per portare avanti la ricerca dei possibili precursori sismici, di cui mi occupo in maniera amatoriale ed in forma puramente sperimentale. Di seguito riporto una parte della relazione introduttiva esposta dal prof. Enzo Boschi perchè ben definisce l'ambito di ricerca ed alcune precisazioni che necessariamente bisogna fare per affrontare tali argomenti. "Come l'eclisse di Sole, il terremoto è un evento improvviso, non preceduto normalmente da segnali visibili a tutti e in base ai quale la gente possa identificare l'imminenza dell'evento. Mentre però l'eclisse è prevedibile con grande precisione da secoli, il terremoto non lo è. Da che cosa dipende questa differenza? E sarà possibile in futuro prevedere i terremoti? Per rispondere a queste domande, è necessario anzitutto chiarire che cosa si intende per previsione. Questo termine viene infatti usato in più di un senso dai sismologi, a seconda del contesto al quale si riferisce. Si parla di previsione statistica e di previsione deterministica ed ancora di previsione a lungo, medio e breve termine. Ne segue che i discorsi sulla previsioni si prestano talvolta ad equivoci, specialmente quando sono rivolti ai non addetti ai lavori.
Nell'ambito della Protezione Civile per previsione di un terremoto intendiamo la determinazione di un certo numero di parametri che caratterizzano l'evento sismico: tali parametri devono comprendere almeno la posizione dell'epicentro, l'istante di tempo in cui ha inizio il terremoto (tempo origine) e la sua magnitudo (o una grandezza equivalente). Poichè la precisione delle nostre misurazioni è sempre limitata, i valori di questi parametri avranno necessariamente una certa indeterminazione. La previsione sarà tanto migliore quanto più l'indeterminazione sarà piccola. Per terremoti medio-grandi (magnitudo maggiore di 6), potremmo considerare accettabili indeterminazioni di qualche decina di chilometri per l'epicentro, di alcuni giorni per il tempo origine, di mezza unità per la magnitudo (che corrisponde ad un fattore cinque circa nell'energia liberata sotto forma di onde sismiche). Naturalmente queste indeterminazioni sono quelle che possono essere considerate accettabili dalla Protezione Civile, ma non in ambiti accademici. Diremo pertanto che una previsione è verificata se si produce un evento con caratteristiche (epicentro, tempo origine, magnitudo) i cui valori sono all'interno dei rispettivi intervalli specificati in anticipo.
Dal punto di vista pratico, una previsione, oltre che sufficientemente precisa, deve essere formulata con sufficiente anticipo da poter mettere in atto efficaci misure di prevenzione dei danni, sempre nell'ottica della Protezione Civile.
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Sottolineaiamo che prevedere i terremoti con gli strumenti della scienza oggi non è possibile. Non esistono "schemi operativi" per la previsione. La previsione dei terremoti è però oggetto di ricerca. Si può dire che qualunque ricerca, mirante alla comprensione dei processi che sono all'origine dei terremoti, ci fa compiere passi avanti nella direzione della prevedibilità. Le osservazioni geofisiche hanno consentito di individuare tutta una serie di fenomeni "precursori" dei terremoti. Tra questi, i principali sono una lenta deformazione del suolo, che può protrarsi per anni prima del terremoto; variazioni nell'attività sismica di fondo normalmente presente nelle regioni sismiche; variazioni nella velocità di propagazione delle onde sismiche dell'area in seguito colpita dal terremoto. E ancora: variazioni di resistività elettrica delle rocce, anomalie del campo magnetico terrestre, emissioni di gas radon dalle rocce, variazioni del livello e della temperatura dell'acqua nei pozzi profondi.
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Sono stati formulati modelli teorici che spiegano alcuni fenomeni precursori, mettendoli in relazione alle condizioni fisiche che determinano un terremoto. Tuttavia nessuno di questi modelli e nessuna delle possibili osservazioni e misurazioni possono essere usati allo stato attuale per formulare uno schema operativo di previsione."
Durante lo stesso convegno il prof. G. Matteucig, professore di Zoologia all'Università di Napoli e che si occupa della ricerca sul comportamento animale prima delle catastrofi naturali, parlando dell'interazione dei diversi precursori sismici diceva:
"La moderna ricerca geofisica ha oggi disperato bisogno di censire in una memoria storica tutti i dati relativi a precursori sismici avvenuti in una determinata zona per poterli poi tenere sotto controllo. L'alternativa teorica è duplice: o continuare a compiere studi unilaterali sui singoli precursori sismici che non tutelano tutte le aree di un territorio abitato sottoposte alla Protezione Civile, oppure individuare un sistema unificato di rilevamento integrando i vari precursori sismici che vengono portati in memoria centrale in tempo reale con i dati "storici contenuti nella stessa memoria centrale. L'animale, ed in genere la materia vivente tutta, è stata per milioni di anni sottoposto agli stimoli delle catastrofi naturali e dei precursori, però ha affinato dei propri specifici sistemi di rilevamento ambientale.
A nostro modesto avviso è compito della moderna ricerca costruire un "animale artificiale" che unifichi i sistemi di rilevamento secondo le varie categorie di precursori."
Per arrivare ai giorni nostri, Antonio Piersanti Direttore Ricerca di INGV, sostiene che sono conosciuti una serie di precursori deboli, dei segnali precursori che però non avvengono sempre, comunque e dovunque prima di un sisma.
Lo studio di un singolo precursore sismico difficilmente risolverà l'annosa questione della previsione sismica, solo lo studio della complessa interazione tra questi precursori deboli potrebbe in futuro fornire risultati interessanti.
Questo modo di pensare è condiviso da molti altri ricercatori e questa tipologia di approccio alla previsione dei terremoti, si sta sempre più facendo strada nel mondo scientifico ed amatoriale.
Vi lascio un video con un'intervista ad Antonio Piersanti (Direttore Ricerca INGV) dalla quale emerge questo pensiero.
Ecco da dove nasce, a livello personale, l'interesse per lo studio amatoriale dei precursori sismici.
Nell'ultimo periodo grazie alla rilettura di alcuni testi e documenti, tra cui il libro segnalato sopra, l'attenzione e gli sforzi si stanno spostando sulla raccolta di dati sulle diverse anomalie presismiche in maniera "multidisciplinare" senza concentrarsi esclusivamente su una singola fenomenologia.
Continuerà ovviamente una particolare attenzione per le anomalie e disturbi radio elettrici, specie a livello di sperimentazione diretta, mentre si allargherà anche in tutti gli altri campi in merito alla raccolta di segnalazione e dati.
Ovviamente un lavoro del genere prevede il confronto e lo scambio di informazioni e dati con altri appassionati, in modo da potersi avvalere di differenti conoscenze e competenze.
Colgo l'occasione per ringraziare i collaboratori con cui sto lavorando nell'ultimo periodo.
Continuano a registrarsi scosse nei distretti sismici di Montefeltro, della Lunigiana, delle Alpi Apuane.
Il proseguire e susseguirsi degli eventi sismici sta iniziando a preoccupare le popolazioni di tutto il tratto appenninico tosco emiliano. Tra gli enti e le amministraazioni coinvolte, il sindaco di Fivazzano è comparso oggi sui media chiedendo l'intervento di una Commissione Grandi Rischi che possa dare indicazioni precise agli amministratori ed alla popolazione.
Di seguito la risposta del Dipartimento della Protezione Civile.
Fonte: Sito del Dipartimento della Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri
Nota del Dipartimento della Protezione Civile
12 luglio 2013
In riferimento alle dichiarazioni del sindaco di Fivizzano, è utile ricordare che le uniche cose certe quando si parla di rischio sismico sono la mappa di pericolosità sismica dell'Italia, l'impossibilità di prevedere in modo deterministico l'evoluzione dei fenomeni e il fatto che solo edifici sismicamente sicuri possono salvaguardare l'incolumità della vita umana.
Recentemente, presso il Dipartimento della Protezione civile, si è svolta una riunione con il Centro di Competenza in materia di terremoti - l'INGV - che segue costantemente l'evoluzione della sequenza nelle province di Lucca e Massa Carrara così come di tutti gli altri eventi che quotidianamente si registrano in Italia. Anche in quella sede è stato ribadito come ogni analisi debba essere calata nel contesto: Lunigiana e Garfagnana sono zone in cui le magnitudo possibili, registrate anche nel passato, sono dell'ordine di 6.5-6.6 e tutto questo è fotografato da anni all'interno della mappa di pericolosità sismica dell'Italia, che non è altro se non una previsione probabilistica che consente di individuare le aree pericolose e di classificarle in funzione della probabilità che si verifichino forti terremoti e della frequenza con cui possono essere attesi. Si comprende assolutamente lo stato di disagio di quelle popolazioni e dei loro Amministratori, ma continuare a richiedere assicurazioni sulle tempistiche dell'evoluzione del fenomeno in atto o - peggio ancora - rassicurazioni sui suoi esiti non è la strada corretta per affrontare un simile problema. Con i terremoti bisogna imparare a convivere con l'unico approccio possibile, abitare edifici sicuri. Si segnala, infine, che nella giornata di domani, insieme al Presidente della Regione Toscana, il Capo del Dipartimento, Franco Gabrielli, sarà sul territorio.
Da ieri nel distretto sismico denominato di Montefeltro è attiva una sequenza sismica con magnitudo locale Ml < 4.
L'evento principale è il primo, quello di ieri mattina con Ml 3.9 a cui è seguita l'intera sequenza ancora in atto.
Dopo alcune ore di concentrazione delle scosse e degli eventi in quello stesso distretto sismico, sono riprese le scosse anche nella zona della Lunigiana dove si sono registrati alcuni eventi con Ml > 3.
L'attenzione pertanto è concentrata al momento attuale su tutto l'asse dell'appennino tosco emiliano, vista l'attività sismica vivace dell'ultimo anno.
Al momento attuale non si registrano danni a seguito degli eventi registrati nell'ultimo periodo, ma le varie componenti restano operative e pronte ad eventuali necessità.
Gli enti tecnico scientifici come di consueto, continuano il loro incessante lavoro di monitoraggio della situazione e della sua evoluzione. Si ricorda che oltre allo sciame sismico che da ieri mattina sta interessando il Montefeltro, in questo momento sono in piena attività sul territorio nazionale altre tre sequenze sismiche: Lunigiana, Maceratese, e Piana di Gioia Tauro tutte con un tasso di eventi superiore ai 30 al giorno, e sono da considerare ancora attive le sequenze nel Pollino, nel Frusinate e nella Pianura Emiliana.
L'ultimo periodo è stato caratterizzato da una discreta attività sismica che ha interessato il nostro paese, concentrandosi in alcune zone "calde" in questo periodo per lo più nel centro e sud Italia.
Da questa mattina si registra una nuova sequenza sismica nel distretto sismico del Montefeltro in Emilia Romagna.
La sequenza è iniziata con un terremoto di magnitudo(Ml) 3.9 avvenuto alle ore 06:32:21 italiane del giorno 11/Lug/2013 (04:32:21 11/Lug/2013 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Montefeltro - EMILIA-ROMAGNA - FORLÌ-CESENA.
Questo al momento risulta essere l'evento principale nonostante si stiano susseguendo diverse repliche come è normale che sia dopo un evento di questa magnitudo.
Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone e/o cose.
Tutte le componenti di Protezione Civile e gli enti preposti al monitoraggio sismico, in primis INGV, stanno monitorando l'evoluzione della situazione. L'evento principale visto dal sismometro di Cima Grappa.
Aggiornamento ore 17.30
Sono numerose le scosse registrate nella giornata odierna nel distretto sismico di Montefeltro nelle vicinanze di Verghereto, alcune delle quale hanno superato la magnitudo 3.
Tutte le componenti stanno monitorando la situazione e la sua evoluzione. Le componenti di Protezione Civile sono allertate in modo da essere operative nel caso di particolari necessità.
Nella zona non si registrano situazione di particolare tensione o preoccupazione da parte della popolazione che segue con interesse l'evoluzione.
Questa mattina alle ore 6.13 locali lieve evento sismico in Veneto di magnitudo 2.4, non molto lontano dalla mia residenza (circa 12-15 km). Di seguito il link dell'evento: http://cnt.rm.ingv.it/data_id/7228818530/event.html
Da verifiche effettuate personalmente nella zona a sud dell'epicentro l'evento non è stato avvertito dalla popolazione. Probabilmente le strutture geologiche e la morfologia, nonchè la magnitudo contenuta, non hanno provocato un grande scoutimento sismico. Data l'entità dell'evento non si sono registrati danni e particolare preoccupazione o panico tra la popolazione.
Anche se un po in ritardo a causa delle vacanze ricevo e pubblico con piacere la segnalazione dell'avvistamento di un bolide avvenuta in Veneto in provincia di Treviso.
Buongiorno,
segnalo che ieri sera (venerdi 21 giugno) verso le 22.15 circa ho avvistato verso sud un "bolide" con direzione da est verso ovest, da località Preganziol (TV); molto luminoso, si è diviso in due parti, una discendente azzurra.
saluti
Mirca M.
Ecco il video del bolide con frammentazione finale, ripreso dalla stazione video IMTN di Ferrara il 21 giugno ore 22:30 ora locale.