Aveva certo raccolto l'attenzione dell'opinione pubblica, di enti ed istituzioni il fenomeno dei boati percepiti nella zona del Fadalto a partire dal gennaio 2011, ben più di un anno fa.
La situazione è stata monitorata ed attentamente studiata, ma con il calare degli eventi è diminuita anche l'attenzione da parte dell'opinione pubblica.
In realtà la questione non si può dire conclusa in primo luogo perchè non è mai emersa una causa ed una chiara spiegazione a questo tipo di fenomeno.
In secondo luogo perchè il fenomeno continua a manifestarsi anche se in forma più lieve sia per numero che per intensità dei boati.
Di seguito si riportano alcuni aggiornamenti recenti sulla questione dei Boati in Fadalto.
>> Fonte: Corriere delle Alpi - 24 gennaio 2012
Tornano i boati in Fadalto «Colpa delle piogge autunnali»
I cosiddetti “colpi d’ariete” sono stati registrati dal Centro di ricerche sismiche di Udine L’esperto: «Negli ultimi tempi sono stati numerosi e più intensi, ma non c’è da preoccuparsi»
FARRA D'ALPAGO - Rieccoli, i boati del Fadalto. Nessuno li ha catturati, le stazioni del Centro di ricerche sismiche di Udine sì. Sono avvenuti nei giorni scorsi, a seguito delle piogge abbondanti dell’autunno, ancorché meno pesanti, dal punto di vista delle conseguenze. I colpi d’ariete, come sono stati definiti, si sono materializzati a circa due mesi di distanza, esattamente come un anno fa. Ciò significa che nelle viscere del Fadalto e della Val Lapisina si raccoglie anche l’acqua caduta in provincia di Belluno e soprattutto quella derivante dallo scioglimento delle nevi, che peraltro sono state davvero scarse.
Così, comunque, è avvenuto e in queste ore Gianluigi Bragato, tecnico del “Crs” di Udine, sta tirando le prime conclusioni scientifiche: «I boati, per la verità, sono continuati per tutto l’anno scorso, ma gli ultimi avvertiti dalla popolazione risalgono al mese di maggio 2011. Poi ne sono succeduti in estate e in autunno, ma rari e di minima intensità, rilevati soltanto dai nostri strumenti che, in parte, abbiamo ancora sul posto».
Le reazioni dei giorni scorsi, invece, sono state per intensità e numerosità diverse da quelle precedenti. Gli apparecchi le hanno catturate in misura ben distinta e, guarda caso, fanno seguito alle precipitazioni di due mesi prima. «Come abbiamo detto a suo tempo, non c’è di che preoccuparsi», mette subito le mani avanti Bragato. «Ovvero escludiamo, tanto per essere precisi, scosse di terremoto, nonostante che l’area sia di seconda categoria sismica. Ma è evidente la necessità di proseguire con le analisi, gli approfondimenti».
Il sito interessato dal fenomeno è sempre quello del Fadalto, o meglio delle sue viscere, a più di mezzo chilometro sotto terra. «La zona in cui avvengono questi microsismi è carsica: è piena di “buchi”. I rumori che si sentono, e le scosse che seguono, potrebbero essere causate da microfratture agevolate dalla presenza dell’acqua, o da movimenti di piccole faglie lubrificate dalle precipitazioni, o dai cosiddetti colpi d’ariete: sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione. Sappiamo per certo che esiste una correlazione tra la quantità di pioggia e il verificarsi dei microsismi».
La Protezione civile del Vittoriese, in accordo con quella dell’Alpago, sta intanto preparando un programma di esercitazioni, che si svolgeranno in primavera e che riguarderanno la preparazione ad eventi come il terremoto o come le esondazioni d’acqua.
>> Fonte: Il giornale della Protezione Civile - 24 gennaio 2012
Ancora boati nel Fadalto dopo le piogge autunnali
Bragato (CRS Udine): "Necessario proseguire con analisi e approfondimenti"
Dopo mesi di silenzio, nel Fadalto sono ricominciati i boati, registrati nei giorni scorsi dagli strumenti del Centro di ricerche sismiche di Udine. La colpa, secondo quanto riferisce un articolo pubblicato sul Corriere delle Alpi, è da imputare alle abbondanti piogge autunnali e alle acque che si raccolgono nelle viscere del Fadalto e della Val Lapisina: proprio come un anno fa, a due mesi di distanza dalle piogge riecco i boati.
Boati che in realtà, come ha spiegato Pierluigi Bragato, tecnico del Crs di Udine, "sono continuati per tutto l'anno scorso", anche se gli ultimi avvertiti dalla popolazione risalgono a maggio 2011.
Quella del Fadalto è una zona carsica: "I rumori che si sentono" - ha aggiunto Bragato - "potrebbero essere causati da microfratture agevolate dalla presenza dell'acqua o da movimenti di piccole faglie lubrificate dalle precipitazioni. O ancora, dai cosiddetti 'colpi d'ariete', ossia sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione".
"Non c'è da preoccuparsi" - ha concluso Bragato - "Escludiamo, tanto per essere precisi, scosse di terremoto, nonostante l'area sia di seconda categoria sismica. Ma è evidente la necessità di proseguire con analisi e approfondimenti".
Intanto, per preparasi al meglio ad eventuali terremoti o esondazioni d'acqua, la Protezione Civile locale sta preparando un programma di esercitazioni che si svolgeranno in primavera.
>> Preciso che l'esercitazione prevista per la primavera di quest'anno è stata rinviata al periodo autunnale per problemi logistici ed organizzativi.
>> Fonte: Corriere delle Alpi - 25 marzo 2012
Fadalto, la montagna trema ancora Paura ieri mattina
Avvertita una scossa di terremoto di magnitudo 2.7 intorno alle 5.26 nelle vicinanze del Pian de le Femene
BELLUNO. Altre scosse di terremoto in provincia di Belluno. Ancora presa di mira l’area intorno al Fadalto.
L’epicentro è stato individuato a 8 chilometri e 240 metri di profondità, non esattamente sotto Revine, ma a 5 chilometri a nord, quindi nelle viscere della montagna, quella del Pian de le femene.
Erano le 5.26 di ieri quando una scossa di terremoto ha gettato dal letto coloro che dormivano ai piani alti, dal terzo in su.
Il Centro ricerche sismiche di Udine ha calcolato una magnitudine di 2.7 gradi, quasi analoga a quella recente avvertita a Fregona e in Cansiglio.
«Si è trattato di un fenomeno tellurico abitale per la zona, che, come è noto, è considerata di seconda categoria sismica – tranquillizza Gianluigi Bragato, del Crs di Udine, che conosce la zona come le sue tasche, seguendola quasi tutti i giorni fin dai tempi dei boati in Fadalto - La magnitudo, tra l’altro, è così bassa che difficilmente se ne ha percezione, se non sul piano strumentale».
Secondo l’esperienza scientifica maturata anche da Bragato, «la situazione comincia ad essere diversa dai 3 gradi in su, con i botti che si fanno sentire in misura tale da impensierire». Ma solo a ridosso dei 5 gradi matura il rischio di danni.
La paura maggiore l’hanno avuta i residenti di Revine, tanto che il sindaco, Battista Zardet, appena informato dai concittadini che erano stati gettati dal letto dallo strano rumore, ha messo in movimento il suo vice e la Protezione civile.
I volontari hanno visitato borgo dopo borgo, svolgendo una ricognizione puntuale sulle case, soprattutto a quelle vecchie, con i cornicioni a volte precari. «Ma, fortunatamente – è il resoconto del sindaco – non è stato individuato nessun danno. Non è caduta nessuna tegola, tanto meno nessun camino». Questo, infatti, era il timore degli amministratori di Revine.
Da quando, un anno fa, è esploso in al Lapisina il fenomeno dei boati, l’area è stata sottoposta alla massima vigilanza, con una decina di stazioni di rilevamento.
Alcune, nel frattempo, sono state disattivate, ma quelle rimaste consentono alla Protezione civile un controllo del territorio che è fra i più puntuali del Veneto.
E proprio a seguito della vicenda dei boati, i pubblici amministratori si sono posti il problema di garantire l’antisismicità anche alle opere pubbliche che ancora non ce l’hanno.
Qualche mese fa un’altra scossa era stata avvertita ancora in provincia di Belluno e ancora nell’area del Fadalto. Il timore ora è che non riprendano i boati come l’anno scorso.